ATTUALITA'

Da "primini" a maturandi

Alessia Angelini e Margherita Mazzarol

Ed eccoci qui, in quinta superiore. Ancora non ci crediamo, ci sembra quasi surreale. Com’è possibile che sia accaduto tutto così in fretta? Ci sembra ieri il primo giorno di scuola in prima ed, invece, ci troviamo a pochi mesi dalla famigerata maturità.  

Ricordiamo una nostra insegnante che, il primo giorno di scuola all’ITET “Einaudi”, ci disse che saremmo entrati in questa scuola da ragazzini e ragazzine e ne saremmo usciti da uomini e donne: ma noi ci sentiamo davvero così? Pensiamo che la maturazione dalla prima alla quinta sia indubbia per tutti? Ognuno di noi si sente cresciuto, con più esperienze e anche con più responsabilità sulle spalle, ma è questo che vuol dire essere “adulti”?

Molto spesso, quando ci troviamo in una situazione difficile, vorremmo trovare da soli una soluzione, senza ricorrere all’aiuto degli adulti. Lo facciamo per dimostrare la nostra maturità, per dimostrare di essere cresciuti e di essere in grado di risolvere problemi o di affrontare le avversità per conto nostro. Durante questi anni, però, si è precisata nella nostra testa anche un’altra idea: essere adulti maturi consiste, soprattutto, nel sapere quando è il momento di chiedere aiuto e quando è importante cavarsela da soli.
La scuola ci ha dato la possibilità di apprendere innumerevoli nozioni, di approfondire materie e di trattare argomenti nuovi ed importanti ma, soprattutto, ci ha resi capaci di affrontare le sfide della vita, ci ha aiutati ad entrare in noi stessi e ha svelato alcune parti di noi che non conoscevamo ancora.

A volte pensiamo che frequentare la scuola sia cosa pesante, faticosa, in realtà è una delle esperienze più importanti che ognuno ha l’opportunità di vivere, ci fa crescere e ci rende più consapevoli. Forse il più grande cambiamento dalla classe prima alla quinta è proprio questo: la maggior consapevolezza in noi stessi, nelle nostre capacità che ci fa effettivamente essere più adulti e più pronti per affrontare la vita.

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