Cari lettori,
spero che siate giunti fino a questo articolo de Il Pelapatate con il desiderio di leggerlo. Come avrete sicuramente notato questo articolo, a differenza degli altri, è anonimo. Vi domanderete sicuramente perché. La risposta è semplice: voglio raccontarvi la mia storia, però voglio farlo, senza dover rivelare la mia identità. Quello che vi sto per raccontare è veramente personale, ma ho il piacere di condividerlo soprattutto con i neo studenti dell’Einaudi, che sono in piena adolescenza.
Inizio col dire che ho avuto un’adolescenza veramente difficile, in particolare dopo aver varcato le porte di questa scuola, entrando in contatto con un ambiente classe che si è rivelato poco accogliente nei miei confronti. Eh sì, purtroppo ho avuto la sfortuna di entrare in contatto con coetanei che provavano gusto a far soffrire gli altri.
Mi facevano sentire diversa, al di fuori di questo mondo; mi rendevano insicura del mio aspetto; davo loro aiuto nei compiti e poi non esistevo più per loro. E quando ho capito che loro non mi volevano per quello che ero, ma per quello che potevo dare a loro ho pianto, ho pianto tantissimo.
Io ci ho messo il cuore, sempre. Ho l’assoluta certezza di averlo fatto, per questo non tornerei indietro, perché non cambierei nulla. Ci ho messo il cuore anche quando sapevo che me l’avrebbero restituito frammentato in mille pezzi. Però ho imparato una lezione: l’amore per gli altri non può essere un obbligo, anche se io amo tanto gli altri. E purtroppo questo lo apprendiamo a nostre spese, accorgendo di aver dato tutto senza ottenere qualcosa in cambio. Ma ciò che fa bene al mio cuore in questo momento è sapere che ci ho provato lo stesso. Ora non mi resta altro che andarmene, accettare il fatto che io “non sono il loro tipo”.
Oltre a questo ho capito anche un’altra cosa: un giorno mi sono detta “Basta piangere. Piangere non risolverà nulla. Hai altre persone al di fuori di queste quattro mura e che ti hanno dimostrato che vali, vali molto. Perché devi farti accettare anche da loro?”.
Quindi, nonostante ci siano state delle persone che mi hanno ferito profondamente, io continuo a credere nel bene. Nonostante questa vita sia stata un po’ ingiusta, io la amo comunque e continuerò ad amarla, consapevole che essa è un dono che non ci viene regalato due volte.
Vorrei concludere questo articolo con un messaggio importante che spero vi rimanga impresso nelle vostre menti: non date mai per scontato quello che avete. Forse mancano dei pezzi di puzzle per definire la vostra vita perfetta, ma accontentatevi di quello che avete. Se siete in salute e avete una famiglia e persone che vi stanno accanto ma, in particolare, avete la possibilità di andare a scuola, non date per scontato tutto questo. Ricordatevi che in altre parti del mondo tali valori che noi oggi diamo per scontati non esistono.
Una studentessa dell’Einaudi
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Leggendo questo articolo, l’unica cosa che viene da dire a primo impatto è… grazie. Grazie a quest’autore anonimo per il coraggio che ha avuto nel condividere queste parole così forti e personali. Inevitabile riflettere. Dimostrano davvero quanto la vita possa essere bella nonostante le ingiustizie. Quindi, un grazie direttamente dal cuore.
La redazione