ATTUALITA' STORIA

Seconda Parte: La situazione dei palestinesi nella striscia di Gaza e nei territori israeliani

La situazione dei palestinesi nella striscia di Gaza e nei territori israeliani.

Tutt’oggi il popolo palestinese è sottoposto a delle difficoltà, soprattutto la popolazione confinata nella striscia di Gaza, dove nessuno può entrare e nessuno può uscire.

Testimoni italiani affermano di essere riusciti a entrare a Gaza solo dopo aver superato numerosi controlli, e che la situazione all’interno è veramente drammatica. Durante il loro soggiorno hanno constatato che l’organo israeliano che controlla la striscia, priva i palestinesi delle risorse necessarie non solo per “contrattaccare Hamas”, ma a proprio piacimento. Un’altra testimone rivela che l’acqua che esce dai rubinetti è acqua salata prelevata dal mare: “Mi sono sciacquata la faccia e mi è venuto [l’istinto] di prendere un [sorso] d’acqua, perché avevo sete ed ero molto stanca ed è stato come prendere un intero barattolo di sale e metterlo in gola”.

Ci racconta anche che chi nasce con una malattia rara nella striscia di Gaza è destinato a morire o a soffrire per tutta la vita, poiché non tutti i medicinali possono entrare a Gaza e pochissimi macchinari per la medicina sono presenti sul territorio.

Gaza inoltre viene talvolta bombardata dai missili israeliani, che colpiscono ospedali, scuole e luoghi di culto, uccidendo centinaia di civili innocenti; il governo israeliano si difende dicendo che i luoghi colpiti sono probabili postazioni dove Hamas si nasconde. 

Secondo l’OCHA delle Nazioni Unite (Ufficio del coordinatore delle Nazioni Unite per i disastri naturali), 164 strutture scolastiche sono state colpite dagli attacchi aerei, tra cui almeno venti scuole dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente), due delle quali utilizzate come rifugi di emergenza per gli sfollati, e 140 scuole dell’Autorità Palestinese (AP), una delle quali è stata distrutta.

Non dimentichiamoci però che la popolazione che vive all’interno della Striscia di Gaza è formata da 2,2 milioni di persone e che quasi la metà sono bambini.

La situazione per i palestinesi al di fuori di Gaza non è migliore, perché da sempre Israele vieta ai cittadini palestinesi di spostarsi liberamente all’interno del Paese, con posti di blocco e restrizioni, e vietando l’accesso in determinate zone e luoghi d’interesse. 

Ai cittadini palestinesi che abitano nei loro territori conquistati illegalmente dallo Stato d’Israele, vengono rase al suolo dal governo israeliano le proprietà private, e non solo: poco prima che iniziasse la scuola, il ministro Smotrich fece demolire una scuola nella Cisgiordania, lasciando senza istruzione dei bambini palestinesi e negando i fondi alla scuole arabe, gesto poi sanzionato dall’ONU. 

Testimoni palestinesi raccontano quanto sia difficile vivere nei territori colonizzati da Israele a causa dei continui attacchi dei vicini israeliani, che prendono di mira con atti vandalici e terroristici le case dei civili. Le autorità non agiscono, poiché i palestinesi sono considerati cittadini di serie b, come il caso di Masafer Yatta, un giovane palestinese ucciso nel villaggio di at-Tuwani nel sud della Cisgiordania: un ragazzo che è stato colpito alla fronte da un terrorista israeliano, che è stato liberato dopo un giorno, per mancanze di prove, nonostante i numerosi testimoni.

Queste azioni portano a delle rivolte da parte del popolo palestinese e anche dello stesso popolo israeliano, contro le forze l’IDF (Israel Defense Forces), le quali vengono represse in modo violento.

Le attività razziste contro i palestinesi portate avanti dal governo israeliano, definite terroristiche da molti Stati nel mondo, sono state sanzionate dall’ONU, ma in modo invano poiché ventotto risoluzioni sono state violate e altri ventinove risoluzioni sono state bloccate dal veto degli USA, paese alleato di Israele.

Ma un dato fa impressione: Israele è uno dei paesi più sanzionati al mondo per violazioni di diritti umani. 

Dopo il terribile attacco di Hamas nei confronti di Israele che ha causato 1300 morti con quasi 200 ostaggi rapiti, Israele ha contrattato colpendo violentemente la striscia di Gaza causando oltre 32000 morti mentre i feriti sono oltre i 70000 (dei dati che sono purtroppo in crescita), l’ONU afferma che il 70% sono minori o donne. Questo numero è superiore a quello dei bambini uccisi in conflitti armati a livello globale in più di venti Paesi nel corso di un intero anno, negli ultimi tre anni.

In questo conflitto l’IDF ha commesso diversi crimini di guerra, come quello di usare il fosforo bianco contro i civili, letale poiché corrode gli organi dall’interno e provoca un effetto da avvelenamento, oppure limitare o fermare del tutto i sussidi alimentari, l’elettricità e, come successo pochi fa, anche la connessione internet, che permetterebbe al mondo esterno di testimoniare tali crimini, sparare a una folla in fila per prendere del cibo od ordinare alla popolazione del nord di evacuare verso il sud per mettersi in salvo, per poi bombardare i corridori umani al sud.

Al giorno d’oggi non c’è nessun posto sicuro a Gaza, nemmeno i campo rifugi.

Opinione personale

La situazione all’interno della striscia di Gaza è drammatica e disumana. Il modo in cui il governo israeliano sta rispondendo all’attacco di Hamas, non è assolutamente da Stato democratico. 

Vale la pena uccidere centinaia di civili innocenti?

La comunità ebraica è stata perseguita e disprezzata per tutta la sua storia e ora che è riuscita a essere indipendente e avere un proprio Stato, non dovrebbe ripetere la propria triste storia su un’altra popolazione: l’uomo dovrebbe imparare dai propri errori.

Vedere un Preside confermare che l’anno scolastico 2023/24 è terminato perché tutti i bambini frequentanti sono stati uccisi da una bomba o vedere un padre che porta quello che resta dei propri figli in dei sacchetti di tela, non mi fa credere che il mondo stia andando avanti e che l’uomo abbia imparato dai propri errori: quanti bambini devono ancora morire cosicché l’uomo impari?

Molti giornalisti definiscono la striscia di Gaza una prigione a cielo aperto. Io non sono d’accordo con questa affermazione, perché si viene imprigionati nel momento in cui si commette un crimine. I Palestinesi che crimine hanno commesso?

Perché uccidere 10000 bambini con bombe e missili non è considerato un crimine? Perché gli israeliani non hanno mai risposto e tuttora non rispondono alle azioni da loro commesse?

Un popolo rinchiuso come bestiame dietro muri e recinzioni di filo spinato, che guarda tutta la vita promessa e la possibilità futura trasformarsi in un istante in polvere e macerie, dà l’impressione che l’essere umano abbia imparato dalla propria storia? Se l’uomo avesse imparato, non lascerebbe accadere un’atrocità del genere.

Il mondo sta osservando e chiunque osserva in silenzio e chiude gli occhi è altrettanto colpevole.

Secondo me, definire questa una guerra è errato, perché da una parte c’è uno Stato democratico con una delle potenze militari più forti del mondo e dall’altra c’è uno “Stato” che non ha un esercito e non ha un governo centrale, che è sottomesso all’amministrazione dello Stato di Israele e da Hamas. La guerra è tra Hamas e Israele, non tra Palestina e Israele. Questo, dunque, è un genocidio.

Concludo l’articolo con frasi pronunciate da alcuni politici dell’unica democrazia in medio Oriente:

Ho ucciso molti arabi nella mia vita, non c’è niente di male in questo” [ex militare israeliano e ex primo ministro di Israele (luglio 2022)]

Chi uccide un palestinese è un eroe e avrà il mio totale supporto” [Ben-Gvir, ministro della difesa]

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