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Intervista a Francesco Cappellari: la musica, una passione

Durante le settimane di potenziamento, abbiamo avuto l’occasione di partecipare a molte attività interessanti e stimolanti, tra cui Einaudi Music Space che ci ha permesso di scoprire maggiori informazioni sulla musica e di conoscere Francesco Cappellari, figlio della nostra dirigente e giovane produttore musicale. È stato disponibile a rispondere a una breve intervista sulla sua giovane carriera nella musica, ambito che potrebbe interessare tutti coloro che vorrebbero cimentarsi in questo mondo dopo il diploma.

Da dove nasce la tua passione? 

“La mia passione nasce sicuramente quando sono molto piccolo, già a cinque-sei anni. Avevo il pianoforte a casa e mia mamma lo suonava, per cui, ovviamente, sono quelle cose che vedi fare ai grandi e ti innamori e quindi le prime volte penso di aver provato a premere a caso i tasti: poi, piano piano, ho capito come funzionava. Successivamente, nel periodo delle medie, ho cominciato a inventare la mia musica col pianoforte sempre studiando da autodidatta. Quando ero alle superiori, c’era questa moda di fare le gare freestyle usando le basi musicali da YouTube e un giorno ho detto ”Ma perché non provo a farne una io?” Ho scaricato un programmino e lì ho visto che sapevo cosa stavo facendo, mi piaceva e allora ho cominciato a fare il produttore musicale e a creare le basi”

Quindi non hai fatto il liceo? 

“Eccome! Ho fatto anch’io l’Einaudi ma non ho mai studiato musica prima di andare al conservatorio. Dopo l’Einaudi mi sono iscritto all’università del conservatorio, che dà una laurea e ho frequentato il corso di musica elettronica, che dura tre anni”

I tuoi genitori sono sempre stati contenti di ascoltarti?

“Sì, la risposta è fermamente sì. Sono stato molto fortunato e sono stati proprio loro a spingermi a credere nel mio sogno perché io, in realtà, dopo l’Einaudi ho frequentato per un anno il corso universitario di Fisica ed è stata molto dura: era uno di quei corsi difficili che però ti assicurano un futuro. Lo avevo scelto perché mi sembrava la cosa giusta da fare e dopo un anno è stata mia mamma a chiedermi se veramente fossi felice del percorso che avevo scelto. Io non ci avevo mai pensato e la risposta fu no: non ero molto felice e fu lei a propormi: “Ma lo sai che si può studiare musica adesso? Lo sai che è una laurea…”

All’inizio Francesco era molto scettico. Anche ai giorni nostri vige ancora la convinzione che studiare musica, fare il cantante o il ballerino non porti da nessuna parte, e invece Francesco ha seguito il suo sogno: nel suo piccolo, ogni anno cresce per crearsi una carriera nel settore che lui ama. Ora è il suo lavoro. 

Come definisci il tuo genere musicale?

“Il mio genere musicale nasce dalla trap perché quando ho cominciato a fare musica era il 2015-2016, l’anno della trap più totale. Però io sono un ragazzo “normale”, quindi non posso raccontare di sparatorie o cose simili, per cui mi sono discostato un po’ da quel tipo di trap. Adesso faccio un genere che nasce dalla trap ma si abbina un po’ al pop più cantato con argomenti alla portata di tutti (come vedo la vita, l’amore, i miei pensieri)”.

Com’è il mondo di oggi? È difficile farsi spazio? 

La risposta è sì. È molto difficile soprattutto perché ormai oggi tutti possono provare a fare musica. Questo in realtà è un bene perché dà spazio anche a chi non lo avrebbe. Adesso non è necessario comprarsi uno studio di registrazione per produrre musica: si può fare dal cellulare e quindi viene dato molto più spazio a molte più persone. Questo fa sì che la cosa sia più meritocratica: tutti possono farcela però, allo stesso tempo, emerge solo chi è più bravo e chi conosce più persone. Una volta era più difficile produrre musica visto che non c’erano così tanti dispositivi.

Probabilmente molte più persone suonavano uno strumento ma molte meno si affacciavano al mondo della produzione vera e propria”.

Dall’esperienza di Francesco abbiamo compreso che al giorno d’oggi, al posto di comprare uno strumento musicale, le persone usano il proprio smartphone, tablet o qualsiasi altro dispositivo e tramite i programmi per la produzione provano a creare la propria musica, anche senza avere un minimo di esperienza. L’universo musicale è vastissimo e bellissimo, ma al cui interno è molto difficile farsi spazio. Serve grande forza d’animo: tanti ce la fanno e riescono a trovare il loro posto. 

Bisogna sempre provarci!

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