MUSICA

“Welcome to the final show”: Harry Styles a Campovolo

Matilde Pellanda

Sono ancora incredibilmente emozionata dopo il concerto di Harry Styles a cui ho avuto la fortuna di assistere il 22 luglio a Campovolo in Emilia Romagna. “Love on Tour”, così si chiamava il tour che l’artista ha portato a termine dopo due anni di concerti ininterrotti senza mai fermarsi; “Harry’s House” è l’album protagonista delle ultime date, che l’autore ha diffuso il 20 maggio 2023. L’atmosfera era elettrizzante sin dal momento in cui misi piede nell’arena, con migliaia di altre fan in attesa.

Il pomeriggio lo passai chiacchierando con le mie vicine di posto, che mi aiutarono a far passare quelle interminabili ore di attesa. La giornata era estremamente calda, quindi i volontari venuti ad assisterci si preoccupavano di tenerci al fresco con delle pompe d’acqua. 

Vennero le sette di sera: la band di apertura, le Wet Leg, si esibirono per circa un’ora tenendoci impegnate nell’attesa del grande momento.

Appena le luci si abbassarono, un boato di applausi riempì l’aria e il nostro cuore cominciò a battere all’unisono. Poi, improvvisamente, Harry apparve sul palco, emanando una carismatica energia che conquistò tutti noi fan fin dal primo istante.

La sua voce era potente e coinvolgente, e ad ogni nota che cantava sembrava trasmettere un’emozione sincera. La sua presenza magnetica rendeva ogni canzone un’esperienza indimenticabile. Durante il concerto, Harry si prese anche il tempo di parlare con il pubblico, condividendo storie personali e momenti di riflessione. Era evidente che il suo scopo non era solo intrattenere, ma anche connettersi con le persone, trasmettere un messaggio di amore e accettazione, progetto che porta avanti sin dalle sue prime apparizioni internazionali con il motto “Treat people with kindness”. 

Il concerto raggiunse l’apice quando Harry eseguì la sua canzone più iconica “Fine line”. Ci unimmo a lui, creando un coro potente e commovente. In quel momento mi sentii viva e libera.

Alla fine, gli applausi sembravano non finire mai. Chiedemmo in coro un bis, desiderosi di prolungare quel momento di magia. Harry tornò sul palco per un’ultima canzone, composta da lui solo per quella sera: un pezzo al pianoforte che ci regalò un ultimo assaggio della sua straordinaria musica. Successivamente egli cadde in ginocchio, scoppiando in un pianto di gioia mista a nostalgia, perché non voleva lasciarci, ma necessitava di una pausa. 

Andando via, un senso di vuoto continuò a perseguitarmi, avrei voluto che quella sera non finisse mai.

Questa esperienza rimarrà impressa nella mia memoria per sempre. Non solo per la sua musica straordinaria, ma anche per l’energia travolgente e la connessione unica sentita quella sera: grazie, Harry, per avermi regalato una serata così magica!

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