ATTUALITA' SCUOLA

Pedalando si impara: il racconto di Matteo Scalco

Giorgia Martignago, Asia Bellin

Come molti di voi già sapranno, fanno parte dell’istituto Einaudi molti studenti-atleti. Abbiamo oggi avuto l’opportunità di parlare con uno di questi, Matteo Scalco, frequentante la classe 4^D. Egli pratica l’attività del ciclismo sin dalla giovane età.

Iniziamo subito… Quando hai scoperto di avere la passione per il ciclismo? A che età hai iniziato a praticare questo sport?

MATTEO: Fin da piccolo mi ha sempre attratto e incuriosito la bici e all’età dì sette anni ho cominciato ad allenarmi. Questa passione deriva un po’ dal fatto che mio papà da giovane aveva fatto per diversi anni l’allenatore e un po’ perché lo praticava anche mio fratello più grande. Ma il motivo principale era il puro divertimento che la bici mi dava. A 8 anni, però, avendo tutti i miei compagni di classe che giocavano a calcio, ho deciso di andare a provare anche io. E lì ho capito ancora di più che la bici era la mia passione più grande. Per questo motivo, in seconda media sono tornato a praticare questo fantastico sport.

Ci sono delle vittorie di cui vai particolarmente fiero? Perché?

MATTEO: Penso che la vittoria che mi ha gratificato di più sia stato il campionato italiano cronosquadre che ho vinto lo scorso ottobre. Io e i miei tre compagni di squadra lo abbiamo preparato per molto tempo e vincerlo è stata un’enorme soddisfazione per tutti noi, soprattutto perché ha ripagato tutte le rinunce e le fatiche fatte per raggiungere questo obiettivo.

Come riesci a conciliare la scuola con l’allenamento sportivo? Hai una tecnica in particolare?

MATTEO: Non penso ci sia una tecnica. Entrambi mi occupano tanto tempo. Vado ad allenarmi praticamente tutti i giorni della settimana e quindi l’unico momento che ho per studiare è la sera. Da marzo in poi ho le gare ogni domenica, se non anche il sabato, e quindi il week-end vola sempre. Fortunatamente studenti come me possono usufruire delle interrogazioni programmate e da questo punto di vista quest’anno trovo grande sensibilità da parte dei miei professori. La situazione è un po’ più complicata quando sto assente più giorni da scuola e perdo molte spiegazioni che mi potrebbero facilitare a studiare.

Hai mai vissuto qualche momento che ricordi in modo particolarmente piacevole?

MATTEO: Un momento che ricordo molto bene è una vittoria in particolare. Nel 2018 ho corso una gara vicino a Parigi con la mia squadra del tempo, il V.C Città di Marostica. Posso dire che è stato veramente fantastico: ho passato del tempo con i miei compagni festeggiando la vittoria e il mio compleanno in un posto molto speciale.

Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare a praticare l’attività del ciclismo?

MATTEO: Il ciclismo è uno sport duro e forse anche poco conosciuto da molti. Consiglierei comunque a tutti i ragazzi di praticare questa attività. Non per forza esclusivamente a livello agonistico, ma anche solo facendo qualche pedalata in compagnia.

Dicci…Che tipo di mondo è per i giovani? C’è molta competizione, stress…?

MATTEO: Diciamo che non è un mondo facile, per vari aspetti. In ogni caso praticare qualsiasi sport ad alti livelli penso sia stressante. La competizione è alta, soprattutto anche per il fatto che il ciclismo è uno sport individuale. Negli ultimi anni il livello internazionale è sempre più alto: basti pensare al fatto che ragazzi della mia età lo fanno già come professione.

Ti sei mai pentito di aver iniziato a fare uno sport agonistico? Magari per lo stress e il tempo libero che ti toglie…

MATTEO: No, mai. Per quanto sia sport agonistico, penso che da piccolo prevalga il divertimento e l’obiettivo principale non sia la vittoria. Poi crescendo devi cercare di capire realmente se è quella la tua strada. Praticando ciclismo a livello internazionale, il tempo libero che ho con gli amici è poco, specialmente in estate. Tuttavia questa è la mia passione e i sacrifici fanno parte del mestiere.

Per quanto pensi continuerai questo percorso in questo sport?

MATTEO: Come appena detto, pratico il ciclismo per passione, ma logicamente come tutti i ragazzi della mia età si inizia a sognare…

Secondo te i ragazzi della tua stessa età dovrebbero concentrarsi sulla scuola e crearsi un futuro, o è bene che seguano i sogni di adesso e coltivino le passioni (passioni intese nel mondo dello sport)?

MATTEO: Penso che se nella vita ci sia l’opportunità di far coincidere passione e lavoro, ci si debba provare con tutte le forze. In ogni caso, penso sia fondamentale una buona base culturale per qualsiasi strada si decida di intraprendere nella vita.

Lo sport agonistico richiede grandi sacrifici (sia nella vita che nello sport stesso)?

MATTEO: Sinceramente non conosco i sacrifici che si nascondono dietro ogni sport, ma sicuramente la risposta è affermativa. Ad esempio, per me il sabato è il giorno prima della gara, quindi vado a letto presto. Anche se per tanti, magari, potrebbe sembrare un sacrificio, io non lo percepisco come tale. Penso che il sacrificio più grande sia rappresentato dai tanti giorni passati via di casa.

Abbiamo capito, quindi, che questo sport ti fa viaggiare molto. Lo confermi?

MATTEO: Sí, certo. Salendo di categoria si viene chiamati a correre sempre più distante. Spesso le gare, infatti, sono fuori regione, soprattutto nel nord Italia dove il ciclismo è più praticato. Quest’anno, tuttavia, ci sono dei progetti anche per delle gare all’estero.

Grazie mille Matteo della tua testimonianza e di esserti reso disponibile. Buona fortuna per il tuo percorso!

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