ATTUALITA' SCUOLA

MEP 2022

Il MEP è uno dei progetti che sta prendendo più piede nella nostra scuola, e per questo abbiamo deciso di intervistare Elena Petucco, Giuseppe Bianchi e Giada Cecchin per conoscere meglio loro e lo svolgimento del progetto.

ELENA PETUCCO: (referente del Veneto)

“Sono grata di aver conosciuto tantissime persone e per aver fatto tantissime esperienze anche in tutta Italia. Ho visto tanti posti e sono veramente cresciuta tanto sia a livello di autostima personale sia a livello di maturazione che di acquisizione di competenze disciplinari che non avrei mai saputo senza il MEP. Ringrazio tantissimo questo progetto e me lo porterò per sempre nel cuore.” 

Perché hai deciso di fare il mep?

“Sono venuta a conoscenza del progetto perché lo aveva fatto mia sorella a suo tempo al liceo Da Ponte e mi ispirava molto vedere tutti questi giovani vestiti bene che parlavano con questo lessico alto e ricercato.

Oltre all’interesse per i temi affrontati e all’opportunità di conoscere diverse persone, il piccolo particolare di potersi vestire eleganti e prepararsi per bene mi ha subito conquistata!

Inoltre c’è il fatto che si trattano temi che la scuola non insegna e che quindi non avrei mai studiato. Non esiste una materia a scuola che si chiama “affari esteri”, invece tramite il MEP riesci a capire i legami di diversa natura che ci sono tra i paesi d’Europa. Quindi ho provato questa esperienza e me ne sono totalmente innamorata.”

Come sei arrivato fino a dove sei ora?

“Ho fatto i miei anni di esperienza da delegata, sono stata selezionata per le nazionali a Napoli nel 2019, ma dopo purtroppo ha preso il sopravvento il Covid quindi un po’ l’attività si è fermata e ci sono stati un po’ di disagi intermedi. Alla fine però ho continuato, sono diventata presidente di assemblea come lo è adesso Giuseppe e il MEP è rientrato di nuovo nel mio cuore.

Nell’assemblea plenaria dell’anno scorso ho fatto il presidente e ho avuto l’idea di iscrivermi per fare il cheer alle nazionali dell’ottobre scorso. Cosa che è avvenuta quest’anno a Capri. Grazie a quest’opportunità che mi è stata data, sono entrata nel direttivo di MEP ITALIA, come referente veneto e ora mi trovo qui insieme alle persone a cui voglio tanto bene.”

Ti sei mai pentita di aver iniziato questo progetto?

“Assolutamente no, anche se ci sono  stati momenti molto duri. Io da delegata a leggere le risoluzioni la sera prima mi sono messa a piangere e ho detto << odio questo progetto, non ci voglio più avere nulla a che fare >>. Poi però in qualche modo ci sono riuscita. Non avrei mai pensato di trovarmi in questa posizione: mi ha fatto provare forti emozioni perché è un’esperienza viva, che ti prende a 360 gradi”

Lo consiglieresti ad altre persone?

“Assolutamente si, al 100%”

GIUSEPPE BIANCHI: (presidente di assemblea)

“Il mep mi ha aiutato tantissimo dal punto di vista delle competenze: ho superato tanti ostacoli, ho fatto tantissime amicizie, anche con i presidenti di quest’anno. Inoltre mi ha insegnato tanto a livello umano”

Perché hai deciso di fare il MEP?

“Mi è piaciuto sin da subito per il fatto che si parla di questioni di attualità che a scuola non vengono nemmeno nominate, e per la possibilità di lavorare assieme, anche con persone che non si conoscono. Ero già nell’ottica di allargare le mie conoscenze personale e di iniziare a interessarmi di tematiche più generali. Infatti, la mia commissione doveva discutere sulla criminalità organizzata , argomento che mi ha coinvolto sin da subito.”

Come sei arrivato fino a dove sei ora?

“Ho svolto il ruolo di delegato alla sezione di inter istituto. Purtroppo la fase cittadina è saltata, quindi ho dovuto scrivere un saggio e sono stato selezionato per le fasi nazionali. Sarei dovuto andare a Roma, ma anche a questa fase ho partecipato dalla mia scrivania a casa ed è stato sconfortante, ma l’esperienza è stata fantastica, poiché ho conosciuto persone da tutta Italia. L’anno scorso ho fatto da cheer mentre quest’anno sto facendo il presidente.”

Ti sei mai pentito di aver iniziato questo progetto?

“Non mi sono mai pentito perché sono sempre stato soddisfatto, ma ci sono stati momenti tanto difficili”

Successivamente abbiamo chiesto a una ragazza che si occupa dell’english check, Giada Cecchin,  su come è stata la sua esperienza.

“Ho cominciato il MEP, come tutti, a scuola, l’abbiamo fatto in classe e poi ho deciso di proseguire. Anche un po’ alla cieca, perché non pensavo di poter trarne qualche beneficio.

Ho partecipato alla fase di inter istituto e quella cittadina e sono stata selezionata per le nazionali, quindi sono andata a Napoli ed è stata un’esperienza bellissima anche perché dopo sono diventata cheer presidente e mi è stato chiesto di continuare l’esperienza, anche adesso che non sono più a scuola, ma all’università. Ci metto anima e cuore perché è qualcosa che mi interessa.

Lo consiglio a tutti, ne sono molto entusiasta. Ti fa crescere come persona, nel modo di porti con gli altri e anche per esprimere le proprie idee in un ambiente che non è sempre quello noto e conosciuto.”

In conclusione, anche da testimonianze di ragazzi alle prime armi, abbiamo compreso che è un’ottima opportunità per espandere i propri confini di conoscenza personale, per sviluppare più competenze nello studio e per conoscere nuove persone. Da provare!

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