In tutto il mondo si sta smuovendo un senso di coscienza e responsabilità senza precedenti: manifestazioni pacifiche, bandiere ucraine esposte, invio di viveri e medicinali, accoglienza dei profughi di guerra.
Come sicuramente avrete già potuto leggere o sentire da qualsiasi fonte, il 24 febbraio 2022, la Russia ha sferrato un primo attacco all’Ucraina.
Si sperava che almeno una volta l’uomo avesse imparato dagli errori del passato ed invece un’altra guerra è iniziata e nessun intervento è stato finora efficace a fermarla.
E non voglio parlarvi di storia o altri eventi che hanno portato a questa situazione, bensì di ciò che essa sta portando in me. Vedere immagini e video con soldati, di entrambe le parti coinvolte, impegnati in esercitazioni, che purtroppo in seguito diventeranno realtà, nel 2022, fa il suo effetto. Avere la consapevolezza che hanno una famiglia, dalla quale non si sa se torneranno, mi fa provare un certo senso di rabbia. Perché non è giusto. Imporre con la forza non è mai la soluzione. Soprattutto se si tiene conto che le vittime di questa forza superiore saranno principalmente le popolazione locali, i più deboli, coloro che non hanno alcuna colpa.
Immaginate la vostra vita: i comfort che avete, la sicurezza di avere un tetto sulla testa, un bel piatto di cibo e il vostro bel letto. Ecco, immaginate allora che da un giorno all’altro vi venga chiesto di abbandonare tutto questo, di lasciarvi alle spalle la vostra comoda routine e di darvela a gambe con la paura tra le ossa perché una bomba potrebbe cadervi sopra la testa. Strano vero? Vi starete dicendo: “impossibile, non potrebbe mai capitare ad uno come me!”. Eppure questa è la triste condanna a cui sono sottoposte persone non tanto lontane da noi, persone che in Ucraina una casa non ce l’hanno proprio più.
E ripeto, siamo nel 2022!
Dicono che la Storia ce la fanno studiare affinché prendiamo consapevolezza degli errori per non ripeterli più. A questo punto, dubito anche della veridicità di questa espressione. L’uomo, come si è dimostrato più volte, quando è così assettato di potere, dice che il fine giustifica i mezzi. Ma come si può giustificare la morte di persone innocenti? C’è forse qualche miliardo che entra nelle tasche di quest’ultimi nell’aldilà?
Concludo questa mia piccola riflessione e sfogo, ripetendo a me stessa che la speranza è l’ultima a morire. Teniamo i nervi saldi e cerchiamo di mantenere la calma, in attesa di buone notizie. Sperando che prima o poi arrivino.