Riportiamo di seguito quanto trasmessoci dal prof. Matteo Refosco, in occasione dell’anniversario dei dieci anni di attività del nostro giornalino.
La Redazione
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Ormai già da qualche settimana è una delle canzoni più gettonate nelle radio e tra le più ascoltate su Spotify Italia.
Damiano, il frontman dei Maneskin, afferma che questa canzone, con cui la band ha vinto il Festival di Sanremo 2021, è stata scritta pensando alla propria storia scolastica: ricorda i suoi anni di liceo linguistico, dove è stato bocciato due volte, come un tempo di pigrizia e di poco interesse. Ma allo stesso tempo è una canzone di protesta, di ribellione, in cui si invitano i giovani a prendere in mano le redini della propria esistenza, ognuno con la propria originalità.
Non era mia intenzione guardare Sanremo, ma facendo zapping alla TV nella settimana del Festival, sono incappato nella loro, per me, stupenda esibizione, e subito ho detto a mia moglie: “Vinceranno loro, anche se non è la solita canzonetta da Sanremo”.
La profezia, però, non era dettata solamente dal ritmo intenso della canzone e dalla loro capacità di padroneggiare il palco, ma anche dal testo del brano e dalla “rabbia energica” che ne scaturiva dall’insieme.
Io mi sono sentito coinvolto e caricato da questo brano, ho sentito in loro un mondo di giovani che hanno voglia di parlare, e quindi, di essere ascoltati, un mondo che in questi giorni incontro ogni mattina davanti allo schermo.
“Zitti e buoni”. Mi raccomando giovani: state “Zitti e buoni”. È così che gran parte del mondo adulto vi vuole, non sapendo che l’energia e la carica non si può reprimere… e se non esce con la parola, può uscire con la rabbia, con l’evasione… per cui è quasi un’antitesi dire “zitti e buoni”.
“Ascoltateci, rispettate le regole, state a casa, niente relazioni, didattica a distanza, siamo noi che comandiamo, sappiamo che cosa state vivendo …”. Ma qualcuno ha chiesto ai giovani veramente come stanno?
Nei giornali e nei social ci sono fior fiore di articoli di super esperti che conoscono il mondo dei giovani a menadito… ma nessuno di loro è giovane.
Tutti sono super esperti di scuola, aperta, chiusa, DaD, rispetto delle regole…, ma pochi si sono messi in ascolto dei veri protagonisti della scuola, gli studenti.
Con la DaD, mi sono preso l’impegno, all’inizio di ogni lezione, di chiedere ai miei studenti come stanno; spesso la risposta ottenuta è del tutto convenzionale: “Prof, tutto ok; abbastanza bene; si va avanti; … “; qualcuno ha cominciato a rispondermi come di solito rispondo io: “Alla grande prof; al top; okeissimo; …”; raramente qualcuno mi dice di non stare bene. Cerco di leggere nella risposta anche la comunicazione non verbale, che a volte conferma pienamente ciò mi dicono, mentre altre volte si entra in un loop contraddittorio. Quando succede questo, cerco di trovare il modo di entrare in comunicazione personale; a volte mi si sono aperti dei mondi inimmaginabili dietro ad un “bene” detto con freddezza, e sono convinto che questo scambio sia servito non solo per me…
Più che un articolo, allora, questo vuole essere un invito: ragazzi, fate sentire la vostra voce, raccontatevi con le persone di cui avete fiducia, narrate i vostri vissuti a qualche “fratello maggiore” di cui avete stima.
Non rassegnatevi a stare “zitti e buoni”, ma trovate il modo di narrare ciò che abita il vostro cuore.
Non è forse vero che l’adulto che stimate è quello che vi sa ascoltare veramente?… E ascolta non solo quello che dite a parole…
Una delle bellissime possibilità per raccontare i propri pensieri è il Pelapatate… Ragazzi, anch’io sono pigrissimo a scrivere, ma quando lo faccio mi accorgo della bellezza di poter donare agli altri un mio pensiero, che può diventare occasione di scambio di idee, di impressioni, di riflessioni che arricchiscono il mio bagaglio, quello di chi legge e penso anche quello della scuola e della società tutta.
Grazie allora a tutte le ragazze e i ragazzi che si impegnano per tenere in vita questo grande progetto; grazie a chi ogni tanto ha il coraggio di scrivere i propri pensieri, sapendo che nessuno possiede la pienezza della verità, ma solamente insieme la possiamo ricercare. Grazie all’Istituto Einaudi a cui veramente stanno a cuore i propri alunni e che cerca in tutti i modi di mettersi in ascolto, di prendersi cura di loro.
Dai, forza ragazzi, abbiamo bisogno della vostra voce che ci spieghi cosa è il colore, a noi che spesso vediamo solo il bianco e nero (rif. “Vent’anni” dei Maneskin… altra canzone da ascoltare… e da cantare)
Matteo Refosco
Grazie prof per aver condiviso il suo pensiero. E’ rassicurante sapere che ci sono ancora persone che riescono a mettersi nei panni di noi giovani e mi sorprende che ne esistano alcune che non riescono a farlo, sapendo che anche loro sono stati adolescenti ed hanno avuto gli stessi problemi e le stesse situazioni.
Grazie Alessia del tuo feedback… E’ proprio vero quello che dici. L’adolescenza è un’età difficile per chi la sta vivendo, ma è anche un’età straricca di possibilità, di scelte, di speranza… è l’età della semina di una vita vissuta alla grande, dove sono compresi anche gli errori… da cui si impara molto… Un forte abbraccio
Prof devo dirle che mi è molto piaciuto il suo intervento. Nonostante sia triste pensare che in questo momento nessuno si preoccupa di noi giovani, io credo che ormai abbiamo tutti imparato a farci forza l’un l’altro e un giorno, quando ripenseremo a tutto questo, potremmo solo provare una grande soddisfazione.
La canzone è anche una delle mie preferite 🙂
Grazie di cuore Cecilia. Non ci credere a chi dice che “Chi fa da sé fa per tre”… invece credi sempre a chi dice che “L’unione fa la forza”… O ci salviamo insieme o non si salva nessuno. E’ bella la tua condivisione e la tua testimonianza. Un forte abbraccio. PS: W i Maneskin
Professore, penso che il suo pensiero sia di ispirazione per noi giovani che durante questa pandemia ci siamo trovati rinchiusi in casa. La possibilità di comunicare con qualcuno in questo momento difficile è veramente di conforto.
Confrontandomi anche con persone che conosco ho scoperto che la musica è un buon mezzo per comunicare le proprie emozioni e i propri pensieri e inoltre aiuta a vivacizzare un po’ queste giornate grigie.
Non dobbiamo vedere il bicchiere mezzo vuoto ma capire che questo è come un punto per ripartire, riiniziare da capo, più consapevoli dell’importanza degli amici, della famiglia e delle persone che ci circondano.
Serve per costruire un futuro migliore (e magari raggiunge grandi obbiettivi come i Maneskin quando hanno vinto Sanremo 😊).
Grazie di cuore Beatrice del tuo prezioso contributo e del tuo ottimismo… anche perchè se guardiamo le cose positive ci accorgiamo che il bicchiere della nostra vita è spesso 3/4 pieno, ma siamo soliti a dare più peso al quarto che manca…
Un forte abbraccio e tantissimi auguro e un po’ di impegno per un futuro migliore!