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Cancel culture e relativismo: il tramonto dell’Occidente

“L’Occidente ha nella sua stessa definizione la sua fine, significa: terra della sera, tramonto, vogliamo tramontare.”

Umberto Galimberti

La caduta del Muro di Berlino nel 1989 è la più importante data dell’epoca contemporanea. Naturalmente a seguito di questo fatto ci sono stati altri importanti eventi, ma nessuno di questi ha segnato così imponentemente l’Occidente e il mondo dal punto di vista politico, sociale, economico e soprattutto culturale.
La fine dell’Impero del male di reaganiana memoria ha visto crollare il più grande rivale del modello occidentale, senza che nessuno si accorgesse che quel muro ci è crollato addosso.

Da allora l’Occidente ha perso la propria identità, un’identità che oggi viene profondamente rinnegata, condannando la propria esistenza e il proprio futuro, in un ingiusto tentativo di restaurare il proprio passato.
Mai come oggi nel corso della storia è stato attuato un tentativo di revisionismo storico, una sorta di azzeramento della storia dell’umanità, di cui sono protagonisti indiscussi la cancel culture e il relativismo etico.

Atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social media, nei confronti di personaggi pubblici o aziende che avrebbero detto o fatto qualche cosa di offensivo o politicamente scorretto e ai quali vengono pertanto tolti sostegno e gradimento.

“CANCEL CULTURE”, ENCICLOPEDIA TRECCANI

La cancel culture è un fenomeno culturale che si è diffuso recentemente. Essa è diventata in poco tempo il tribunale delle esecuzioni sommarie per chiunque dica o tenga un atteggiamento contrario al pensiero di chi la incentiva.

Da secoli in Occidente, esclusa qualche parentesi totalitaria, le Istituzioni liberali e democratiche prevedono che i sospettati di qualsiasi crimine o reato siano sottoposti a giusto processo presso gli appositi organi giudiziari.
Naturalmente tutto questo non vale per i fanatici di questa nuova pericolosa moda che, pur considerandosi esseri intellettualmente elevati, condannano tutto ciò che non rientra nelle loro idee, a suon di click.
Alcuni osservatori la ritengono la degenerazione del web, questa tuttavia è molto di più. E’ una delle cause della degenerazione dell’Occidente.

Senza tenere conto delle epoche storiche nelle quali si hanno pensieri, punti di vista, usi e costumi differenti, la cancel culture e i suoi sostenitori ritengono di dover riscrivere il passato secondo i canoni attuali: abbattendo statue di chi in epoche diverse seguiva il pensiero del suo tempo, censurando film, che secondo i loro canoni potrebbero indurre a discriminazioni e modificando la storia a proprio piacimento.

“La strada per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni.”

Karl Marx

Cancellare eventi o persone del passato, significa compromettere il futuro di una società. Indro Montanelli (1909-2001), che è stato il più grande giornalista italiano del ‘900, ha affermato: “Un paese che ignora il proprio ieri, è un paese senza un domani”.

Le discriminazioni sono una cosa orribile e vanno sempre e comunque condannate, ma estendere questa condanna al passato, cancellando quanti non seguono il nostro pensiero è un atto fascista.
Queste sono parole forti, ma il clima culturale che si sta diffondendo ricorda molto una certa ideologia che la cancel culture dichiara di voler combattere, riutilizzando però gli stessi mezzi dell’avversario.

E’ necessario fare attenzione nell’uso delle censure. Il mondo cambia molto rapidamente negli ultimi anni, così come le culture che occupano i posti del potere. Ed il potere influenza profondamente la cultura da sempre.
Censurare o cambiare parti della nostra storia, ci porterà a ripetere gli stessi errori del passato. L’Occidente tutto questo non lo ha capito.
Non ha capito che ogni donna, ogni uomo, ogni società è tale perchè frutto di tanti errori e di tante scelte corrette.
Non ha capito che dobbiamo guardare con serenità alle parti peggiori del nostro passato, facendo pace con gli altri e con noi stessi: questa è accettazione. Soltanto accettando si può comprendere e comprendere è il primo passo per non ripetere. Tutto il resto è censura.

Pensiamo ad alcuni orribili fatti che sono stati compiuti: dalle deportazioni di persone non allineate alle ideologie di turno, alle crudeltà dei regimi totalitari, passando per i campi di concentramento.
Negli ultimi giorni abbiamo ricordato, attraverso la Giornata della Memoria, ma sono queste giornate gli eventi a rischio. Se fra qualche anno il vento del consenso soffiasse altrove, ad essere vittima della cancel culture potrebbero essere eventi come questi. La censura non è mai giustificata. La libertà è l’unica strada da perseguire, fermo restando il principio di non invadere o limitare quella altrui.

L’Occidente ha lottato contro se stesso per instaurare regimi democratici ed oggi si trova a doversi censurare, vergognare del proprio passato, senza tenere conto del pensiero dominante e ritenuto corretto delle precedenti epoche, ma d’altronde tutto è relativo.
E arriviamo ad un altro grande male dell’attuale Occidente: il relativismo etico.

“La tesi per cui i principi e i giudizi etici sono relativi alle norme stabilite dagli individui o a quelle vigenti in determinate culture, cosicché non esisterebbe alcuna morale universale”

RELATIVISMO, OXFORD LANGUAGES

Oggi non esistono valori condivisi. Non esistono realtà assolute.
Con questo nessuno pretende di imporre la propria fede, i propri ideali o le proprie idee a qualcun altro. Ma nel momento in cui tutto diventa relativo non esiste più la differenza fra chi corteggia e chi usa violenza su una ragazza, non esiste più la differenza fra chi cerca di perseguire il proprio interesse senza causare danno agli altri e chi causa danno agli altri per perseguire il proprio interesse.

Il pontefice emerito Benedetto XVI ha qualche tempo fa sostenuto che chiunque differisca dal pensiero della massa, subisce una “scomunica sociale“, per la quale viene isolato e cancellato.
Spesso si suggerisce di non seguire la corrente, per coloro che non lo hanno ancora compreso, la corrente è proprio quella determinata da questi due fatti: la cancel culture e il relativismo. Chi quotidianamente li segue, non sta sicuramente andando controcorrente, anche se ci crede fermamente.

Ognuno ha il proprio pensiero e questo va rispettato, ma condannare la propria storia e la propria cultura è il modo migliore per suicidarsi.
L’identità di un popolo è mutevole, ma questa mutevolezza va ricercata nella storia del popolo stesso, non nelle pretese di chi, in modo totalitario, cerca di cancellarla.

Nonostante questo presente poco rassicurante, confidiamo che si possano contiuare a trasmettere ed apprendere una storia ed una cultura “senza scorza“, in caso contrario ricordo ai nuovi censuratori: attraverso la democrazia e le libertà costituzionali, troverete sempre chi difenderà la storia, la cultura e un corretto dialogo e rapporto fra identità differenti, ove tutte sono legittime e nessuna di queste viene condannata o censurata.

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