Innovatrice della femminilità, Coco Chanel è stata una delle donne più fotografate del suo tempo. Nacque nel 1883 a Saumur, in Francia. Purtroppo però, la sua non è stata una delle infanzie migliori: dopo la morte prematura della madre, anche il padre, che di mestiere faceva il venditore ambulante, l’abbandonò molto presto. Per questa ragione, fu affidata all’orfanotrofio di Aubazine, gestito dalle suore del Sacro Cuore.
Una volta compiuti i 18 anni, Gabrielle Bonheur Chanel (questo il suo vero nome) andò a vivere in una pensione per ragazze cattoliche a Moulins, nella Francia centrale. Si manteneva lavorando come sarta e cantando alla Rotonde, un locale dove si poteva bere e assistere agli spettacoli, molto frequentato da militari. Sembra che il soprannome Coco venisse da qui, perché cantava spesso la canzone Qui qu’a vu Coco dans l’Trocadéro. Sullo pseudonimo, più tardi girarono altre voci: secondo alcuni il nomignolo prendeva spunto da favolose feste a base di cocaina nella sua casa a Parigi.
Fu proprio in una di queste feste che la giovane donna incontrò Étienne Balsan, un danaroso ex ufficiale di cavalleria, presto divenuto suo amante. Per 3 anni visse nel suo castello a Royallieu condividendo con lui una vita agiata: lui le insegnò ad apprezzare diamanti, vestiti e perle e la introdusse alla buona società. Durante la convivenza con il suo amante, Coco iniziò ad allestire una piccola fabbrica di cappelli in un appartamento che possedeva a Parigi. Da lì partì la vera e propria rivoluzione di Coco Chanel, che propose alle donne del 1904 uno stile completamente diverso da quello estremamente pomposo che all’epoca era di tendenza: realizzò cappellini di piccole dimensioni, fatti in paglia e decorati di nastri in raso.
Il 1914, rappresentò una tappa fondamentale per la carriera di Coco: aprì i suoi primi due negozi e, dopo il successo ottenuto, decise di far nascere un salone di alta moda a Biarritz. Era il 1916. Da questo momento, Chanel iniziò a realizzare abiti da donna, dando vita ad uno stile rivoluzionario: iniziò scrollando via corpetti e crinoline, abbinando ai suoi abiti cinture o cordoncini sui fianchi. Realizzava abiti comodi: pantaloni larghi, maglioni a girocollo, le espadrillas indossate da pescatori e marinai, e la marinière, detta anche tricot a righe.
Gli anni ’20 e gli anni ’30 segnarono la nascita del petite robe noir – il tubino nero capace di rendere ogni donna uguale alle altre seppur con immensa eleganza – e della borsa Chanel 2.55, decisamente la più copiata al mondo.
Chanel disegnò anche alcuni costumi dei Balletti Russi, dopo averne conosciuto il produttore Diaghilev. Particolarmente conosciuti quelli per il balletto Train Bleau, con tutine intere in jersey, avveniristici pantaloncini corti e canottiere, maglioni a righe.
Il profumo più famoso del mondo? Sicuramente Chanel No.5!
Messo in vendita dal 1921, la sua formula fu messa a punto dal chimico franco-russo Ernest Beaux, uno dei più grandi inventori di fragranze del Novecento. L’essenza è una combinazione di gelsomino di Grasse e fiori come rosa, mughetto ed iris; decisamente più accattivante delle fragranze allora sul mercato, generalmente composte da un’unica profumazione.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Coco Chanel si schierò dalla parte dei nazisti: a causa delle sue conoscenze altolocate venne utilizzata come spia per intavolare trattative per un’armistizio con gli Inglesi. Il progetto però non andò a buon fine: venne mandato a monte da un’assistente di Coco, che la denunciò agli inglesi come spia tedesca.
Coco Chanel è stata una delle più importanti e influenti stiliste del ventesimo secolo che ha dato contributo alla causa dell’emancipazione femminile liberando le donne dagli abiti lunghi ed ingombranti di retaggio ottocentesco, togliendo i corsetti, accorciando le gonne. I suoi capi erano destinati a signore emancipate, che si vestono da sole, non più con l’aiuto della servitù.
Gabrielle Coco Chanel si spegne il 10 gennaio 1971, nella sua suite all’Hôtel Ritz di Parigi, all’età di 87 anni. La sua è stata una vita vissuta appieno, che ha cambiato per sempre la moda internazionale e la concezione del corpo femminile.
Crediti fotografici: Ghetty Images, Philadelphia Museum of Art