Carlotta Zanotto e Ranim Jamai
Il presente articolo non ha intenzione di offendere nessuno.
Fermo restando il principio di rispetto delle idee di tutti, abbiamo cercato di trattare, nel miglior modo possibile, questa delicata ed attuale tematica.
Ringraziamo il capo-redattore, Andrea Dalla Palma, per la preziosa collaborazione nella stesura e nella revisione dell’articolo.
– Le Autrici
Proprio come i colori dell’arcobaleno, esistono differenti orientamenti sessuali che, tuttavia, nel corso della storia sono stati censurati o etichettati come “malattie mentali”.
Negli ultimi decenni sono stati fatti molti passi avanti nei confronti dell’accettazione delle diversità, non soltanto relative all’orientamento sessuale, bensì anche al credo religioso, politico e di costume.
Nell’intero Occidente, l’accettazione è un comportamento che lentamente si sta diffondendo anche grazie alla comprensione del fatto che chi ha un orientamento sessuale, religioso o politico differente dalla maggioranza della popolazione non va evitato, bensì va trattato, senza alcuna discriminazione, come chiunque.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, […]”
Art. 3 della Costituzione Italiana
Oggi vorremmo focalizzarci sulla definizione di comunità LGBTQIAP+, una comunità di cui spesso si discute, senza conoscerne il significato.
La sigla LGBTQIAP+ significa:
L= lesbiche: donne attratte emotivamente, romanticamente e/o sessualmente da altre donne;
G= gay: omosessuale, persone attratte emotivamente, romanticamente e/o sessualmente da persone dello stesso sesso;
B= bisessuali: attratti emotivamente, romanticamente e/o sessualmente da più sessi o generi (uomini, donne o non-binarie);
T= transgender: presentano un’identità di genere differente dalle caratteristiche del sesso biologico (alcune persone transgender soffrono e per questo decidono di intervenire sul proprio corpo per renderlo più simile a come si sentono con l’uso di ormoni e/o interventi chirurgici);
Q= queer: coloro che non si etichettano in nessun genere o sesso;
I= intersessuali: possiedono dei caratteri sessuali che non rientrano nel tipico binario di genere maschio-femmina;
A= asessuali: non provano attrazione sessuale verso altre persone;
P= pansessuali: attratti da altri individui indipendentemente dal loro sesso e genere sessuale;
Nel corso degli anni, la comunità LGBTQIAP+ ha cercato di portare alla ribalta dell’opinione pubblica i diritti dei propri membri che, in quanto esseri umani, devono essere trattati come tali rispettandone i diritti e ricordandone i doveri.
Questa tematica è estremamente complessa ed è assolutamente legittimo avere punti di vista differenti in merito ad alcune complesse questioni, ma su una cosa non si può discutere: il diritto alla vita e, soprattutto, il diritto a vivere una vita degna di essere vissuta, vale a dire senza discriminazioni.
Ad alcuni sembrerà strano, ma questo diritto non è sempre stato garantito alle persone appartenenti a questa comunità e nemmeno lo è oggi in alcune aree del mondo.
Anche nel nostro bassanese, abbiamo avuto prova di alcuni episodi di intolleranza verso gli appartenenti a questa comunità e tutto ciò è avvenuto in un ambiente scolastico. Infatti, secondo quanto ci è stato riportato, in un istituto del bassanese – in occasione delle elezioni dei rappresentanti di degli studenti – si è presentata una lista che, nonostante alcune difficoltà organizzative e di programma, dovute anche alla pandemia del CoVid19, ha puntato molto sulla rappresentanza delle diversità.
Sino a qui nulla di strano, se non per il fatto che questa lista di ragazze e ragazzi ha ricevuto insulti ed offese rivolte, in particolare, ad uno di loro, la cui unica colpa (una delle non valide motivazioni degli insulti) è il fatto di essere omosessuale, cosa che – al giorno d’oggi – crediamo sia abbastanza stupida per definire una persona.
Lui è stato appellato con nomi non propriamente carini: “finocch1o,froc1o,ricchione, ecc..”, ma non solo. Alla ragazza facente parte della lista hanno invece dato dell’ “unicorno” (che se devo dire mi ha fatto ridere in quanto non so quanto si possa prendere come insulto); un altro dei ragazzi è stato appellato con la N word, mentre, fortunatamente, l’ultimo ragazzo di questa lista è stato parzialmente risparmiato da questo mare di insulti, perchè ritenuto essere “normale”… ma cosa vuol dire normale?
Dopo questo primo tsnunami d’insulti, i candidati hanno preparato una video-presentazione: semplice, breve ed informale ma che ha scatenato una bufera in quanto molti l’hanno ritenuta non professionale. La cosa potrebbe essere considerata legittima, se non per il fatto che la maggior parte delle critiche non si è fermata alla qualità del video bensì si è scagliata contro la “diversità” dei vari membri di questa lista.
Il video doveva restare privato e accessibile solo a coloro che avevano il link, in quanto membri interni dell’istituto, ma non è stato così: il link è stato condiviso da alcuni studenti a persone esterne che hanno dato man forte a questa ondata di odio, cavalcandola. La lista di rappresentanti è stata quindi costretta ad eliminare il video, onde evitare di ricevere ulteriori insulti. A nulla è servito il loro tentativo di postare sui social delle immagini di presentazione, che sono state immediatamente bersagliate, anche da persone che non avevano, né avevano mai avuto alcun rapporto o legame con quell’istituto.
In questa storia c’è un bel finale: i ragazzi sono stati comunque eletti rappresentanti dell’istituto e la situazione si è fortunatamente calmata. Questo non toglie, tuttavia, l’odio che ha soffiato sempre più forte contro di loro e che continua a fare vittime.
“Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”
– Eleonoire Roosvlet
Pur rispettando tutti i pareri, crediamo che tutte le vite siano degne e nessuno debba mai sentirsi inferiore. Tocca quindi a noi giovani preoccuparci del futuro della nostra società, che crediamo debba essere un futuro tollerante e giusto, anche nei confronti delle diversità. Perchè, alla fine, ciò che è ritenuto diverso da alcuni, può essere considerata normalità da altri.
Se mai vi venisse il dubbio, ricordatevi che in questo momento state usando un dispositivo tecnologico soltanto grazie ad Alan Turing, inventore del primo computer, di cui vi consigliamo di dare un’occhiata alla biografia…
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