Di Alessia Nichele
Qualche tempo fa, per caso, ho ascoltato un’intervista radiofonica a Laura Imai Messina, che parlava del suo ultimo libro “Tutti gli indirizzi perduti”, un romanzo ambientato nella piccola isola giapponese di Awashima, dove esiste veramente un ufficio postale molto particolare. Mi sono talmente incuriosita e appassionata all’argomento che ho deciso di scriverci un articolo.
Awashima è una piccola isola del mare di Seto, in Giappone, abitata da poco più di trecento abitanti. Su quest’isola si trova un ufficio postale unico nel suo genere. La struttura, non più attiva dal 1991, è stata trasformata nell’attuale “ufficio postale della posta smarrita” o “ufficio postale alla deriva”. Questa nuova versione dell’ufficio postale è stata creata nel 2013 dall’artista Saya Kubota, che è anche l’attuale impiegata e, insieme all’anziano direttore Katsuhisa Nakata, gestisce la struttura.
Ma in che cosa consiste l’unicità di questo luogo? L’ufficio postale di Awashima raccoglie le lettere mai arrivate a destinazione per motivi diversi ed è diventato un recapito di emozioni verso cui ognuno può indirizzare i propri sentimenti più profondi e intimi, un luogo accogliente per tutti i pensieri che si vorrebbero scrivere, ma non si possono recapitare per una ragione o per l’altra. I messaggi sono anonimi ma assolutamente reali. Invece di lanciare un messaggio in una bottiglia che sicuramente andrà persa nell’oceano, l’ufficio postale della posta smarrita saprà proteggerlo e allo stesso tempo condividerlo con chi prova le stesse sensazioni.
In questo luogo si trova la Drifting P.O. Box, cioè un insieme di scatole di latta tenute sospese su un tavolino girevole di legno grazie a delle corde di pianoforte. Le lettere sono conservate in queste scatole di latta, sospese, proprio come i pensieri di chi ha scritto quei messaggi. I visitatori possono scegliere una qualsiasi scatola e prendere un messaggio per leggerlo. Qualora il lettore si riconoscesse in quelle parole e si sentisse il destinatario di quella lettera, è autorizzato a tenerla.
Quell’ufficio diventa, quindi, uno spazio di ritrovo e condivisione di esperienze di vita, un luogo fisico e allo stesso tempo simbolico che rende immortali le emozioni dei tantissimi autori dei messaggi. Io trovo questa cosa meravigliosa e penso sia di una sensibilità disarmante. Usando un modo di dire caro a noi della redazione, la definirei come la “posta senza scorza”, ovvero quelle lettere piene di emozioni vere, “senza scorza”, che non riusciamo a toglierci dalla testa e che la maggior parte delle volte non abbiamo il coraggio di esprimere.
Se si desidera inviare un messaggio all’ufficio postale della posta smarrita, potete scrivere in forma anonima i vostri pensieri, per esempio indirizzati a persone che non ci sono più, ad amori non corrisposti, o semplicemente a voi stessi. Sono valide solo le cartoline (aprire le buste sarebbe troppo lungo e complicato) e se il vostro messaggio fosse troppo lungo per stare su una cartolina, potete spedirne più di una. Se per caso il destinatario visitasse l’ufficio postale di Awashima saprebbe sicuramente unire i pezzi!
Ecco alcuni esempi dei messaggi che vengono spediti ad Awashima:
“Mamma, quando sei morta l’estate scorsa, non ho pianto. Quando eri viva, ci siamo detti solo cose orribili e dispettose a vicenda… Se ci incontrassimo di nuovo, penso che lo rifaremmo… Ma è passato un anno e ora ho solo teneri ricordi della mia infanzia. Quando abbiamo fatto insieme il budino. Quando leggevamo libri insieme. Quando mi hai comprato il mio pianoforte. È stato il momento più bello.”
“In realtà, speravo di poter ballare con te alla festa scolastica. Il mio cuore batteva forte mentre aspettavo che arrivasse presto il nostro turno… ma appena prima che accadesse, la canzone è finita. Da allora sono passati molti autunni. Cosa ti è capitato in questi anni?”
L’indirizzo è il seguente:
Missing Post Office (Hyoryu Yubinkyoku)
769-1108
Hyoryu Yubinkyoku Dome
Awashima 1317-2, Takuma Town, Miyoto City, Kagawa Prefecture
Japan
Io ho già scritto il mio messaggio. E voi che cosa aspettate?