Interviste

Quattro salti con… Alice Muraro

Anna Nodari

Gli inizi…

Alice inizia il suo percorso nell’atletica un po’ per gioco vincendo la gara scolastica “Vicenza che corre” con un ottimo tempo, ma anche per merito di suo papà, allenatore dell’Atletica Vicenza. All’inizio praticava tutte le discipline sportive di atletica (prove multiple, ostacoli, velocità, salto in alto, ecc…) . All’età di quattordici anni iniziò ad allenarsi con suo padre nei 100 ostacoli fino al 2019, quando partecipò ad una gara nazionale e agli europei under 20. Nel 2020 per gioco, si specializzò nei 400 ostacoli  conseguendo da subito ottimi risultati e arrivando a vincere i campionati italiani e nel 2021 gli europei. Nel 2022 gareggiò altre due nazionali, giochi del mediterraneo, campionato del mediterraneo.

 I primi successi…

Nel 2023 fece un salto di qualità pazzesco, vincendo le Universiadi (campionati del mondo universitario) in Cina a Chengdu con la sua università insieme alla federazione italiana, quarta in classifica assoluta italiana. Quest’anno Alice si è prefissata due obiettivi: i campionati europei assoluti e le Olimpiadi. Subito ha pensato di concentrarsi sugli europei assoluti, più abbordabili per lei, ma poi la sorpresa a maggio: un centesimo in più per il minimo delle Olimpiadi!!

Agli europei assoluti è arrivata terza e prima nei campionati italiani assoluti a giugno e quindi la partecipazione alle Olimpiadi era certa.

I sacrifici per arrivare al suo sogno…

L’anno scorso non pensava di arrivare a questo livello perché era sempre quarta e quindi ci ha sperato fino in fondo e si è allenata duramente. Per arrivare a questi livelli oltre a lavorare sodo, bisogna curare mente e nutrizione, per questo è seguita da un preparatore fisico. 

…le Olimpiadi 

Quest’estate ci sono state le Olimpiadi in Francia e Alice ha partecipato dal primo al 10 agosto, salendo in pista tre giorni prima della gara per la preparazione. Per l’atleta sono molto importanti quei giorni perché si concentra su se stesso, per dare il meglio di sé.

 Finita la gara,ha potuto stringere amicizia con le sue avversarie e passare quei giorni visitando Parigi con la sua famiglia. Durante il suo soggiorno ha dormito in un villaggio, dove potevano accedere solamente gli atleti olimpionici. Alice si è trovata di fronte a un piccolo mondo ideale, tutto gratuito come il parrucchiere, il tatuatore che ti disegnava il simbolo delle Olimpiadi, mensa aperta 24h su 24h. 

Una domanda da 100mila dollari… i letti erano veramente di cartone?

Ha dormito su un letto fatto di cartone contro lo spreco, ma con il materasso e le temperature che c’erano era molto favorevole, non faceva caldo e non serviva l’aria condizionata.

Il cibo olimpionico…

Per quanto riguarda il cibo, pensava che andando all’estero a gareggiare dovesse adattarsi alla loro alimentazione, invece la mensa era molto vasta e con cibi di diverse nazionalità, poteva mangiare quello che voleva anche perché la cucina doveva sfamare circa 10.500 atleti. La mensa è molto migliorata rispetto alle olimpiadi di Tokyo di quattro anni fa. 

I suoi ringraziamenti…

Alice è riuscita ad arrivare quinta nei 400 ostacoli.

Il prossimo obiettivo sono i campionati del mondo a Tokyo, dove si impegnerà moltissimo, e noi glielo auguriamo.

Ringrazia per tutto suo papà perché le è sempre stato accanto anche come allenatore e desidera renderlo orgoglioso e vederlo felice, ogni volta che vince una gara importante. Sua mamma e sua sorella si allenano con lei per starle vicino e passare più tempo insieme: insomma una passione di famiglia.

L’atletica può diventare una professione?

Negli sport individuali soprattutto in Italia l’unico modo per far sport a livello professionistico è fare parte del corpo militare (polizia, aeronautica, carabinieri, esercito). È riuscita a entrare nell’aeronautica militare, mensilmente le arriva uno stipendio e lo ha fatto per ragioni di sicurezza, dato che l’atletica è uno sport molto povero e quindi costa allenarsi: oppure devi avere uno sponsor, a esempio lei ha l’Adidas. 

Il consiglio di Alice….

Il consiglio di Alice alle future generazioni è credere sempre in se stessi e provare fino all’ultimo; se va male, almeno puoi dire che ci hai provato.

“Ringrazio Alice Muraro, per la sua disponibilità a concedere il proprio tempo per l’intervista per la realizzazione di questo articolo”

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