Il tempo passa inesorabilmente. Continua la sua corsa al di sopra di noi e contro di noi.
Non ci rendiamo conto di quanto sia prezioso, perché ormai per molti di noi non esiste più. Ore sui social passano in uno schiocco di dita. Pomeriggi di studio che non sembrano mai abbastanza. Tendiamo ad andare a letto sempre più tardi con l’impressione di poter recuperare il tempo perduto durante il pomeriggio a guardare film per noia e distraendoci di continuo.
Però, appena viviamo un momento gioioso, questo passa in un battito di ciglia.
Il tempo è veramente sleale; corre, e se non ci mettiamo al suo fianco, esso ci supera e non lo prendiamo più.
I miei anni nel Pelapatate sono stati una corsa contro il tempo. Il lavoro da fare si accumulava, io lo sistemavo, e la maggior parte delle volte mi dimenticavo che c’era altro da sistemare. Sono sempre stata distratta di mio: questo percorso nel Pelapatate ha migliorato questo aspetto di me ma alle volte ne ha sofferto.
Nuove idee e progetti da sfornare ogni mese. La Newsletter da far uscire tra un’ora di studio e l’altra. Il bisogno di rendere il Pelapatate più apprezzato a scuola. E poi la stampa del cartaceo, il giro tra le classi cercando di essere presi sul serio…
Non è stata un’esperienza da poco, ma me lo aspettavo. Non è un giornalino qualunque, è la notizia senza scorza! Abbiamo “pelato” la parte falsa delle notizie dal mondo, e abbiamo riportato la nostra versione genuina e leale che è la base del Pelapatate.
Il bilancio di questi tre anni è stato positivo. Abbiamo fatto interviste a grandi personaggi, siamo entrati nel vivo della scuola e abbiamo fatto sentire la nostra voce. Abbiamo stampato il cartaceo insieme all’annuario, in una collaborazione storica, e siamo anche usciti dalle mura della scuola, partecipando a eventi fuori regione.
A livello di qualità degli articoli non posso che essere più che soddisfatta. Abbiamo scritto sulla guerra, sulle donne, abbiamo tenuto il passo con i progetti che si sviluppavano a scuola, parlando di essi, e abbiamo cercato di inserirci in ogni attività e evento scolastici, perchè se non noi, chi ne darà voce? Non sono mancati articoli più leggeri e divertenti: la qualità degli articoli è stata il nostro punto forte di questi tre anni!
Spero di aver realizzato le aspettative dei fan del Pelapatate e consegno questo grande progetto a Francesco Giuttari, che sono convinta lavorerà sodo e accompagnerà questo progetto per i prossimi anni.
Potrei scrivere pagine su quanto ho fatto e quanto avrei voluto fare, ma il tempo sta per scadere e devo dedicare questo editoriale alle meravigliose persone che hanno reso tutto ciò possibile.
Il primo grazie va agli straordinari insegnanti che con passione e pazienza portano avanti questo progetto da anni: alle prof.sse Annamaria Faccio, Cinzia Parise, Pinuccia Colpo, i pilastri del nostro giornalino, e ai professori Marco Mocellin e Francesco Pozzato, le nostre nuove “leve” ma che in questi mesi hanno lavorato per il Pelapatate come se lo facessero da tutta la vita.
Un grazie d’obbligo a Giovanni Bortolamai, il nostro grande sostenitore e punto di riferimento per la redazione.
Ringrazio poi Leonardo Greco per aver rinnovato la grafica delle nostre Newsletter, rendendole molto più accattivanti e innovative.
Grazie ai disegnatori per i lavori appassionati che hanno dato colore ai nostri articoli.
Con immenso amore ringrazio la Redazione, il fulcro di tutto questo progetto, e i miei più cari amici, che si sono sempre resi disponibili anche quando avrebbero preferito dormire.
Pelapatate, ti ho già ringraziato altre mille volte per quello che sei stato per me, e non mi resta che portare i tuoi insegnamenti nel mio futuro.
Voi, lettori, continuate a credere in questo progetto. Non dimenticate che è scritto e fatto per voi, in speranza che lo leggiate sempre.
“Il tempo è un grande autore, scrive sempre un finale a sorpresa”
Grandissima Veronica! Grazie di cuore a te per la passione e il Kairos che ci hai messo…
PS: Kairos è il tempo prezioso, propizio, che dà significato alle cose e alla vita, a differenza del Kronos, che è il tempo oggettivo, calcolabile, che passa senza lasciare segno. Tu il tuo bel segno in questa stupenda scuola l’hai lasciato.
Gioiosa Vita!
Matteo R.