ATTUALITA' SCUOLA

Chiusura delle scuole per EID AL-FITR: tra integrazione e soppressione di libertà religiosa

Nel pomeriggio del 25 marzo, il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto del comprensivo Iqbal Masih, situato nel comune di Pioltello, nel Milanese, hanno confermato la decisione di sospendere le lezioni il 10 aprile, in occasione della festa per la fine del Ramadan, l’ Eid Al-Fitr.

La scelta, già presa lo scorso maggio, è divenuta di dominio pubblico solo recentemente, in seguito ad un intervento della eurodeputata leghista Silvia Sardone. La decisione intrapresa aveva come obiettivo quello di evitare aule vuote e, quindi, l’interruzione del programma scolastico. L’ Ufficio Scolastico Regionale lombardo era già a conoscenza della delibera e aveva riscontrato alcune irregolarità, prontamente riviste e corrette, , sottolineando che la sospensione delle lezioni era chiusura, è motivata esclusivamente da ragioni didattiche, date dalle numerose assenze previste durante la festività religiosa.

Dopo la scuola di Pioltello, un altro caso ha lasciato l’ opinione pubblica perplessa: la richiesta dell’associazione musulmana del Politecnico di Milano di sospendere le lezioni nella festività islamica, del prossimo 16 giugno, l’eīd al-aḍḥā, la festa del sacrificio. L’ateneo sta valutando la richiesta valutando anche ciò che è successo in un’altra università, l’Università per stranieri di Siena, dove, mercoledì 10 aprile, gli studenti hanno disertato le aule scolastiche.

Eclatante, invece, il caso di una scuola elementare di Biella. Il docente ha fatto una foto della sua aula, semivuota. “È la festa di fine Ramadan e al netto di tutto questa è la fotografia di cosa succederebbe se le nostre scuole fossero ‘italianissime’ come vorrebbe questo governo. W la scuola multietnica! W le differenze che sono ricchezza, contaminazione, crescita!”, ha pubblicato su Facebook l’insegnante, che lavora in una scuola, appunto, per la maggior parte frequentata da bimbi con famiglie di fede islamica. Il giorno della fine del Ramadan erano presenti in classe solo 6 bambini su 21.

Dal punto di vista della legge, vige l’autonomia scolastica: ogni istituto ha un pacchetto di giorni di assenza, e può decidere come usarlo. Però, dal punto di vista politico, è stato vissuto come uno schiaffo a quelle che sono le nostre tradizioni, commenta Pietro Senaldi, nello studio di “Dritto e Rovescio”, un programma di politica e di attualità. “Se sei un Paese che accoglie immigrati, non puoi andare dietro a tutti. Non per una questione di supremazia culturale, ma per una questione di comodità e di integrazione. È chi arriva che dovrebbe conformarsi”, prosegue. 

Avere un giorno di vacanza, permetterrebbe di celebrare le festività islamiche in modo adeguato, perché in ogni caso non si andrebbe a lezione e le classi rimarrebbero vuote, soprattutto in certe province e comuni, nei quali la comunità musulmana è molto presente. Sospendere le lezioni per tali festività, rappresenta un atto di rispetto e inclusione, che riconosce e valorizza la diversità culturale e religiosa.

Non concorda Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, che sul suo profilo Facebook ha scritto che la richiesta da parte del Politecnico è “inaccettabile” e che “non dobbiamo cedere all’islamizzazione”.

Ma sappiamo tutti che non è così, l’Italia è uno Stato laico, e il nostro stesso presidente Sergio Mattarella si è espresso a riguardo: «Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo». Questo, quanto scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispondendo alla lettera di Maria Rendani, vicepreside dell’Istituto comprensivo statale Iqbal Masih di Pioltello, che l’aveva invitato a visitare la scuola.

“La Costituzione ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge. La libertà religiosa è uno dei fondamenti della convivenza”. 

“La promozione del mutuo rispetto tra fedi e culture, elemento della coesione sociale della nostra comunità, sollecita l’esercizio di una responsabilità condivisa per il bene comune”.

Aggiunge poi.

Tornando agli studenti dell’associazione islamica del Politecnico, essi si augurano che anche gli altri atenei seguano la loro iniziativa.

Voi cosa ne pensate?

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