Trento, venerdì 10 marzo. UniStem Day 2023. Tema: conoscere e innovare, l’infinito viaggio della ricerca scientifica. Con altri quattro studenti del nostro istituto ho avuto la possibilità di partecipare alla quindicesima edizione di questo evento, organizzato dal Centro UniStem Day e promosso dal Servizio Orientamento dell’Università degli Studi di Trento. L’incontro si è tenuto presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti-Pozzo. Una giornata di scienza dedicata a studenti e studentesse del penultimo e ultimo anno degli istituti di istruzione secondaria.
Qualcuno potrà chiedersi come l’universo scientifico possa accattivare e conquistare gli interessi di diversi giovani studenti che, avendo scelto la nostra scuola, si cimentano ogni giorno con l’economia. Beh, la risposta più ovvia che mi sento di dare è che la conoscenza, la curiosità, il bisogno di capire la complessità del nostro mondo vanno oltre i soliti steccati imposti dalle scuole. Ebbene, l’Einaudi è una scuola fantastica, che regala tantissime opportunità per gli appassionati di economia, di diritto, di marketing o anche di matematica. Ma lo è anche per chi, come noi che abbiamo partecipato all’Unistem day di Trento, ha capito che lo studio delle scienze, nelle sue molteplici articolazioni, non è solo una passione passeggera, ma una concreta possibilità per realizzarsi nel futuro. Grazie alla esperienza che abbiamo vissuto a Trento, siamo tornati a casa credendo ancora di più nei nostri sogni: i nostri prossimi studi saranno proiettati nel campo delle scienze, tra medicina e biologia.
Questa giornata a Trento è stata illuminante! Ci siamo sentiti scaraventati in un universo parallelo, e ad ogni intervento degli esperti ci sembrava sempre di più di partecipare ad una lezione universitaria. E’ stata una piacevole sensazione per tutti noi.
Siamo stati letteralmente lanciati dentro i processi di crescita degli arti, negli sviluppi nel campo della medicina, nelle riflessioni su etica e filosofia della ricerca scientifica… Un insieme di informazioni che ci ha sorpresi ma allo stesso tempo appassionati. Non ci siamo tuttavia sentiti sbagliati ad avere altri sogni, diversi da quelli a cui ci indirizza la nostra scuola. I nostri desideri ci portano verso un’altra direzione, quindi perché non seguirla? Percepiamo la necessità di sentirci liberi di orientare i nostri studi e la professione futura lì dove vogliamo, perché 5 anni di superiori non sono NIENTE in confronto a 100 anni di vita.
Sottolineo perciò l’importanza di questa occasione. Dal 2009, anno della prima edizione, il Centro UniStem cerca di promuovere tra i giovani l’importanza della cultura scientifica, stimolando la riflessione sul delicato rapporto tra scienza e società, in un periodo storico nel quale troppo spesso l’evidenza scientifica è messa in discussione.
L’evento è cresciuto negli anni, fino a raggiungere una dimensione internazionale – sono oltre 90 gli atenei e i centri di ricerca partecipanti in 10 paesi europei – ed anche per questa edizione la ricerca sulle cellule staminali è stata il fulcro per stimolare la curiosità e l’interesse dei ragazzi per la scienza e la ricerca, grazie ai preziosi interventi di vari ricercatori del CIBIO, Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata di Trento.
Durante il convegno il prof. Luciano Conti ci ha fatto scoprire il potere delle cellule staminali come cura dei tumori e come sostituto a terapie che colpiscono tutto il corpo, per esempio la chemioterapia. Infatti questo metodo delle cellule staminali (ovvero cellule non specializzate, capaci di differenziarsi specializzandosi in uno dei molti tipi di cellule presenti nel nostro corpo come un neurone, un globulo bianco, una cellula della pelle, ecc.) è usato nella ricerca medica nel campo della cosiddetta “medicina rigenerativa”, con cui si spera di riuscire a ottenere tessuti o addirittura organi interi per sostituire quelli malfunzionanti.
Insieme a Riccardo Corbellari abbiamo riconosciuto il nostro sistema immunitario come unico difensore per ogni male e il fatto di doverlo “risvegliare” contro malattie come il cancro, che trovano ogni modo per camuffarsi e attaccare. Un passo indietro nella storia ed eccoci fare conoscenza con Imhotep, il Da Vinci della scienza in Egitto di circa 2700 anni fa, oppure con Emil Adolf von Behring, primo premio Nobel per la medicina nel 1901, pioniere nelle ricerca sull’immunità trasferita e ancora Paul Ehrlich con i suoi studi su anticorpi e chemioterapia ad inizio ‘900. Tutti piccoli ma fondamentali tasselli nella storia della cura dell’uomo.
Oggi invece si è già aperta la strada verso terapie personalizzate e una nuova era verso la chirurgia genomica attraverso una particolare tecnologia, CRISPR, un nome che sembra appartenere ad un futuro distopico ma che invece esiste e funziona nella nostra società. Questa tecnologia si basa sull’impiego della proteina Cas9: una sorta di forbice molecolare in grado di tagliare un DNA bersaglio, che può essere programmata per effettuare specifiche modifiche al genoma di una cellula, quindi eliminare sequenze di DNA dannose e correggere delle mutazioni causa di malattie. Insomma, quel tipo di cambiamenti nel DNA di cui abbiamo sentito parlare solo nelle serie tv! Una tecnologia che, pensate un po’, è nata dalla sfida per produrre uno yogurt migliore!
Interessante anche lo spazio-domande: tante curiosità e tanto interesse da una grande aula magna al completo. Non è mancato il confronto anche su temi come la fuga di cervelli dell’Italia e la qualità della scuola italiana. Gli esperti, con la loro esperienza, si sono espressi chiaramente: tutti consigliano di non rimanere soggetti ai pregiudizi sulla scuola italiana e confermano che le università italiane preparano benissimo. Poi affacciarsi al mondo fuori dell’Italia può solo aiutare a crescere, ma meglio pensarci due volte prima di abbandonare completamente il nostro paese. Poi ovviamente tutto dipende dalle inclinazioni personali, dalle possibilità e anche dall’ambiente o settore in cui vogliamo inserirci. La situazione si è fatta anche simpatica grazie a domande che dall’editing del DNA si sono collegate a futuri ipotetici come Star Wars o altri distopici, nei quali l’umanità avrebbe abusato di queste conoscenze per progettare le cose pazze che succedono nei film post apocalittici.
Sicuramente la ricerca scientifica e in modo particolare gli sviluppi nella medicina possono cambiare il mondo: la scienza fa passi enormi ogni giorno senza che ce ne rendiamo conto.
Alla luce di questo straordinario incontro, ho compreso che siamo tutti chiamati a interessarci, a confrontarci, a ripensare al nostro incontro con la scienza a scuola in modo propositivo e critico sin dai primi anni. La scienza è presente in ogni aspetto della nostra vita e fa parte della nostra quotidianità. Quindi credo di aver capito che per diventare un buon scienziato è sicuramente importante dedicarsi allo studio e all’osservazione, ma è altrettanto essenziale imparare a farsi le giuste domande e ad essere creativi. E per formare uno scienziato, ogni tipo di scuola è importante: purché alimenti la capacità di credere in se stessi e nelle proprie possibilità. Gli scienziati, in fondo in fondo, non sono forse i più grandi visionari?