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“(N)ever (S)top Learning”: per una scuola che guarda al futuro

La settima edizione della fiera degli “Stati generali della scuola digitale”, tenutasi questo 5 e 6 dicembre a Bergamo, ha rappresentato uno dei più importanti eventi di discussione e di condivisione su tematiche riguardanti il mondo della scuola e in particolare dell’applicazione degli strumenti digitali.

Realtà scolastiche provenienti da tutta Italia, selezionate tramite la call La Scuola in evoluzione si racconta e rappresentate da studenti, professori e dirigenti scolastici, hanno avuto l’occasione di ascoltare esperti quali ad esempio Roberto Sella, coordinatore rete ITS Lombardia, Francesco Sacco, vicepresidente Impara Digitale, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Rosa Ferro, consigliere d’amministrazione del pastificio La Molisana SPA e Emanuela Girardi, membro del gruppo di esperti del Ministero dello Sviluppo. Ai discorsi di questi esperti sono seguite attività di confronto e di discussione, facilitate anche dalla disponibilità, nell’area congressuale, di un palco circolare e tutt’intorno i posti a sedere dove i rappresentanti delle scuole, i professori ed i dirigenti scolastici sono riusciti a comunicare agevolmente.

La nostra scuola, come facilmente intuibile, ha avuto l’opportunità di partecipare a questa fiera. A rappresentarla sono stati, oltre che quattro componenti del nostro giornalino, la nostra DS prof.ssa Laura Biancato, i professori, i rappresentanti d’Istituto e di Consulta, i componenti dei nostri “Social Media Team” e della “Web Einaudi C’è”. 

Delle tante tematiche di cui abbiamo discusso, su una ritengo vada posta particolare attenzione ovvero “Come possiamo migliorare il mondo della scuola?”. Partendo da questa domanda sono stati individuati tre principali nemici da sconfiggere per fare veramente della scuola un luogo migliore. 

I nostri tre antagonisti sono: la dispersione scolastica, cioè l’incompleta fruizione del servizio scolastico, come ad esempio l’abbandono prima della fine del ciclo scolastico o la ripetenza dell’anno. 

La povertà educativa, che è una situazione di disagio in cui al più fragile non viene permesso di sviluppare competenze, abilità e ambizioni sia a livello scolastico che personale. Su questo tema l’italia ricopre uno dei primi posti nella classifica europea con il 12,7% di ragazzi che abbandonano la scuola, prima della fine del percorso formativo. 

L’ultimo aspetto da migliorare, ma non per questo meno importante, è la distanza scuola-mondo del lavoro , ovvero la mancanza di competenze adeguate nei ragazzi per essere appetibili nel lavoro: un gap tra ciò che la scuola insegna e ciò che il mondo del lavoro richiede. Infatti, il problema che ha il mondo del lavoro ora è che ci sono pochi profili qualificati, che attualmente potrebbero essere ricoperti dagli studenti degli ITS. Bisognerebbe perciò lavorare per promuoverne lo sviluppo.

L’insieme delle azioni messe in atto per combattere su questi tre fronti, diventa efficace solo se sostenuto da una rete di persone che collaborano. In questo modo infatti le diverse attività si inseriscono in un contesto più generale ed organico. 

L’obiettivo principale che la scuola deve perseguire è quello di formare persone mature, che sappiano muoversi all’interno del mondo del lavoro, così da poter aiutare i giovani una volta usciti dalle superiori qualsiasi siano le loro intenzioni future. 

Vorrei concludere con una frase citata durante il convegno che mi ha colpito particolarmente: “(N)ever (S)top Learning“. La dimostrazione di questa frase me l’hanno data tutti i Dirigenti Scolastici, i professori e tutti gli adulti che hanno partecipato e che hanno deciso di non fermarsi a quello che sanno, ma di mettersi in discussione tutti i giorni cercando delle soluzioni per rendere il mondo della scuola sempre più al passo con i tempi e ai bisogni dei giovani.

disegno di Emanuele Tessarolo

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