“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”
A dirlo è Rita Levi Montalcini, l’unica donna italiana ad aver vinto un Premio Nobel per la Medicina nel 1986. Il suo amore per la scienza l’ha portata ad affrontare due ostacoli enormi: quello di essere donna e quello di essere ebrea durante la seconda guerra mondiale.
Keplero, nel ‘600, affermava:
“È bene che la donna faccia altre cose e non si impegni nello studio della scienza e della matematica che le sono innaturali”.
Rousseau, nel ‘700, invece, riteneva che
“Per una fanciulla, ma anche per la donna, non deve affatto ritenersi naturale ed adeguato lo studio della matematica”.
Le loro idee rispecchiavano l’ideologia della società in cui vivevano. Fino al diciannovesimo secolo, infatti, le donne erano escluse dagli studi e, pertanto, non potevano accedere alle università e alle accademie. Basti pensare che nel 1902 circa la metà tra le donne era analfabeta. Certamente, la situazione è cambiata dal momento che nel 2004, tra i dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo, le donne sono state circa il 51,5%, ma i pregiudizi nei confronti delle donne sono tuttora diffusi e il primo passo per combatterli è accorgersi della loro esistenza. Per fare un esempio, nel campo della ricerca scientifica il numero delle donne impiegate è nettamente minore rispetto a quello degli uomini e le loro retribuzioni sono più basse rispetto a quelle dei loro colleghi uomini.
Qual è la motivazione di questo? Sicuramente sono tuttora presenti molti pregiudizi. Basti pensare al fatto che, fino alla seconda metà del 1800, la società vedeva la donna come moglie e madre occupata in casa a servizio della famiglia.
Una mente brillante è proprio quella di Marie Curie Maria Sklodowska, conosciuta come Marie Curie, nata a a Varsavia il 7 novembre 1867 e morta a Passy, il 4 luglio 1932. È famosa soprattutto per aver ricevuto 2 premi Nobel, uno per la fisica nel 1903 e uno per la chimica nel 1911. La donna trasformò, insieme a suo marito Pierre Curie, il suo garage in un laboratorio e, grazie alla scoperta in natura di elementi radioattivi oltre all’uranio, divenne la prima donna nella storia ad ottenere un premio Nobel per la fisica. Dopo la morte del marito, la donna riuscì ad isolare il radio sotto forma di metallo per renderlo più facilmente lavorabile e, grazie a ciò, ottenne un premio Nobel per la chimica diventando la prima persona a vincere due premi Nobel in 2 campi differenti. Marie Curie, quindi, è un esempio lampante di donna che, nonostante tutte le difficoltà che si possono incontrare, non ha perso le speranze ed è diventata una delle più importanti scienziate della storia.
Al fine di garantire alle donne e alle ragazze la possibilità di avere parità di accesso alla scienza, le Nazioni Unite hanno istituito una giornata dedicata alle “Donne nella scienza”, l’11 febbraio.