In occasione dei dieci anni di attività della nostra Redazione e ad un anno esatto dallo sbarco online, pubblichiamo di seguito i pensieri inviatici dai nostri storici collaboratori.
A loro e a voi, care lettrici e cari lettori, dedichiamo questo articolo e questo anniversario.
La Redazione
Non mi aspettavo di trovare un Pelapatate ‘così‘ quando sono entrata a farne parte. Ho trovato articoli di denuncia, attualità, di pungente ironia, di aiuto per gli altri… Pensieri di ragazzi rivolti ad altri ragazzi.
VERONICA PONTAROLLO, SCRITTRICE DE “IL PELAPATATE”
Caro Pelapatate ti auguro di crescere sempre di più ogni anno perché te lo meriti, sono felicissima di essere una parte di te e spero che tutti gli studenti dell’Einaudi capiscano il tuo valore.
Riportiamo di seguito quanto trasmessoci da Arianna Dal Monte, capo-redattrice dal 2018 al 2020.
Cos’è “Il Pelapatate”? Lo definirei come l’aria che si respira fra i corridoi dell’Einaudi: delle volte leggera, altre intraprendente, ma costantemente in cambiamento.
Questo giornalino è uno strumento di rivoluzione sincera costruito da studenti che necessitano di dare spazio ai propri pensieri, passioni, opinioni e desideri. La polemica non è mai stata fra l’inchiostro, oggi pixel, dei vari articoli ed il vento contrastante che alcune volte ha sollevato è sempre nato dalla trasparenza dei redattori. È la parola degli studenti messa a nudo.
Quando mi è stato chiesto di fare una riflessione in vista degli anniversari, l’attuale capo-redattore Andrea Dalla Palma mi ha confidato: “Nonostante i tanti cambiamenti recenti, l’obiettivo è quello di ricordare sempre chi c’è stato negli anni passati. C’è una storia decennale alle nostre spalle, in cui diversi hanno messo il cuore”.
Mi sono commossa, devo ammetterlo. Questo piccolo strumento per me è stato fondamentale nella mia crescita e ha superato diversi ostacoli a pieni voti. È online da un anno e non mi sarei mai aspettata che nel giro di poche settimane, dopo anni che l’idea alleggiava in redazione, ciò sarebbe diventato realtà.
Ma vorrei accennarvi al “dietro le quinte” che pochi hanno vissuto. Quel lato nascosto che definirei il vero tesoro di questo progetto: i legami che si sono formati, le storie di piccole polemiche che abbiamo sollevato, i divertenti aneddoti che custodiamo gelosamente, e le diverse crisi che “Il Pelapatate” ha affrontato. Non è stato sempre tutto positivo.
Per portare avanti un progetto di questo calibro, con ambizioni vere e forti, è necessario che chi lo costruisce ci creda veramente. Non basta la semplice organizzazione perché questo giornalino ha un cuore composto dal suo passato e dalla passione che ogni singola persona coinvolta ha apportato. Un cuore che deve essere curato per poter far risplendere l’intero progetto come dieci anni fa e, personalmente sostengo, anche ora stia facendo.
Auguro, quindi, a chiunque si prenda cura de “Il Pelapatate”, oggi e in futuro, di continuare a trasmettere le fondamenta di sincerità da sempre appartenute alla nostra redazione e di non aver paura di osare perché grazie all’intraprendenza esso è riuscito a crescere sempre più forte.
Arianna Dal Monte
Di seguito il pensiero di Alessia Angelini, già scrittrice de Il Pelapatate:
Scrivere nel Pelapatate per me è stato dare sfogo a riflessioni riguardanti sia la scuola che altre tematiche.
E’ stato uno scambio continuo di pareri, un confronto fra alunni, ma anche con gli insegnanti e con il personale ATA.
Partecipare alle attività di questo giornalino è stato uno dei fattori di crescita per la mia Maturità e sono fiera di essemi buttata in questa esperienza con la consapevolezza che un giorno mi sarei guardata indietro e avrei sorriso al pensiero del mio nome fra i redattori di questo spettacolare giornalino.
Alessia Angelini
Ritengo Il Pelapatate un progetto importante per la vitalità scolastica. Dal punto di vista tecnico, aver portato il giornalino in rete ha ampliato la visione dello stesso verso una mentalità più odierna, anche se le difficoltà sia realizzative sia di divulgazione non sono mancate. Ringrazio tutto il gruppo della redazione vista l’unità che siamo riuscita a creare e per l’amplio parco di contenuti che riusciamo a produrre.
LUCA CARRARO, TECNICO DE “IL PELAPATATE”
Non possono mancare in questa occasione le parole di Nicolò Bertoncello, tra i fondatori del giornalino e primo capo-redattore dal 2010 al 2012.
Pensando a Il Pelapatate avverto inevitabilmente una sensazione difficile da descrivere. Questo perché dopo dieci anni il giornalino continua a rappresentare e significare molto per me.
Da una parte rievoca sensazioni che sembrano appartenere a un passato tanto distante quanto emotivamente vicino. In questo senso, Il Pelapatate mi trasporta indietro a tempi il cui ricordo finisce sempre per scaldare il cuore e scatenare un senso di malinconia. Inutile descriverli a voi che li state vivendo e li conoscete meglio di tutti: quegli anni dietro i banchi di scuola (sperando di abbandonare gli schermi e poterci tornare presto, a scuola) sono una fase fondamentale e unica nella vita di ognuno di noi, che come tale va assaporata e vissuta.
Dall’altra parte, invece, l’anniversario decennale de Il Pelapatate offre l’occasione di fermarsi a riflettere su quello, il giornalino si intende, che dovrebbe essere considerato un ormai raro esempio di perseveranza e di tensione – intesa come ‘tendere a” – positiva. Parlo di tensione perché non vi può essere una soluzione di continuità senza una unità di intenti, un’ambizione e una visione condivisa. Quando lanciammo Il Pelapatate fu relativamente ‘facile’ trovare le energie e la spinta per lanciare il progetto, ma molti di voi già sapranno che è relativamente molto più semplice ‘creare’ che ‘mantenere’. All’interno dell’ambiente scolastico, dove dieci anni rappresentano due cicli di studi interi – e quindi due ricambi generazionali – un simile traguardo assume i contorni di un’impresa degna di lode.
Oggi più che mai la missione educativa de Il Pelapatate non va sottovalutata. In questa fase storica l’esercizio della responsabilita collettiva e individuale, a cui Il Pelapatate ha la potenzialità di contribuire in modo significativo, risulta essere prezioso e necessario. Il mio augurio per il giornalino è quindi quello di poter continuare così, mantenendo viva quella tensione che può portare giovani ragazze e ragazzi a voler prendere in mano la penna per contribuire costruttivamente alle dinamiche che caratterizzano l’ambiente di cui fanno parte. Allo stesso tempo credo che sia doveroso fare un plauso, meritatissimo, a tutti coloro che in dieci anni hanno sudato e combattuto per portare avanti questo progetto. So che non sempre questo cammino si è rivelato essere semplice, ma questo non fa altro che rendere onore al contributo della redazione e di tutti e tutte coloro che hanno contribuito, anche in minima parte, a far si che il giornalino potesse continuare.
Per concludere, se potessi fare un augurio ai ragazzi e ragazze che frequentano oggi i corridoi dell’Einaudi, sarebbe – riprendendo alcune parole che avevo proposto ancora dieci anni fa – questo: “Rimettetevi in gioco, in discussione. Riscoprite la forza delle idee, trovate il coraggio di esprimerle, con qualsiasi mezzo, in qualsiasi modo. Non state in silenzio, non accontentatevi. Pensate, leggete, scrivete, dipingete, cantate.” Direi loro di non dare mai per scontato Il Pelapatate, di continuare a crederci. Un giornalino d’istituto è un tesoro da difendere e di cui avere cura. Vorrei invitarli a criticarlo ove necessario, a proporre nuove idee nel caso ne avessero, e di mettersi in gioco nel momento in cui si sentissero pronti – e, aggiungerei, anche nel momento in cui non si dovessero sentire pronti, … lo saranno prestissimo.
Posso anche assicurare loro che altrettanto velocemente se ne innamoreranno, stringeranno amicizie uniche e riempiranno il loro album di ricordi. E probabilmente, dopo una decina d’anni, scopriranno di avvertire una sensazione difficile da descrivere, ma che assomiglia molto a quella di un caloroso abbraccio.
Tanti auguri, Pelapatate!
Nicolò Bertoncello
“Il Pelapatate è il progetto più “alto” dell’Einaudi […], un progetto unico, plurale e controcorrente. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare la nostra generazione ad un sano e plurale dibattito dell’attualità scolastica e di vita”
ANDREA DALLA PALMA, CAPOREDATTORE DE “IL PELAPATATE”
Segue la riflessione di Jacopo Bertoncello, capo-redattore dal 2012 al 2014.
Per me il Pelapatate è stata un’avventura presa a cuor leggero quasi come un gioco. Non mi ero mai cimentato seriamente nella scrittura ed è stato un crescendo continuo: ho avuto la fortuna di averne fatto parte fin dal Numero 0 e credo di essere cresciuto assieme al giornalino stesso.
Il momento della scrittura è un momento di confronto con se stessi, dove le parole cercano di assumere ciò che abbiamo dentro testa e cuore. Scrivere non è un mezzo espressivo scontato, e posso dire che per me scrivere per il Pelapatate è stato fondamentale per imparare a padroneggiare questo strumento. È costato a volte fatica ma mi ha arricchito come persona e mi ha fatto sentire una sorta di cittadino responsabile dell’Istituto Einaudi.
L’altro grande aspetto prezioso per me è stato quello umano. Le redazioni erano un luogo di confronto, ma anche di condivisione non solo di idee ma anche di momenti informali (le pizze post-redazione… semplicemente epiche!). Tante amicizie sono nate lì e sono vive ancora oggi grazie a della semplice carta stampata.
Il Pelapatate vive delle persone che lo abitano, che si riuniscono in redazione come degli amici fanno attorno ad un fuoco in un bosco.
È un rituale che vi auguro si compia ancora tante volte, per arricchire chi lo fa e soprattutto chi vi legge.
Per aspera ad astra!
Jacopo Bertoncello
Pubblichiamo infine quanto inviatoci da Sara Youssef, caporedattrice del nostro giornalino dal 2014 al 2016:
Aver fatto parte del Pelapatate per me è sempre stata una grande occasione di incontro con gli altri.
Poter parlare liberamente, esprimere la propria opinione, confrontarsi e imparare dagli altri… sono tutte cose che ci fanno crescere e maturare, che ci fanno evolvere come persone e, soprattutto, come esseri umani.
Esseri umani con una mente aperta e senza pregiudizi, con tanta voglia di esplorare e capire.
Oltre a questa grande occasione, ho portato avanti qualcosa in cui credo profondamente: il potere dell’informazione.
Solo informandoci sul mondo in cui viviamo possiamo veramente capire ciò che ci circonda e, solo informandoci, possiamo sperare di compiere quel piccolo passo in avanti per cambiare e migliorare le tante cose che ancora restano da migliorare.
Questo è il consiglio che darei a tutti, quindi: leggete, imparate, parlatene e, se ve la sentite, mettete per iscritto tutto ciò che provate e sapete. Scrivendolo, non potrete non portare qualcuno a ragionare sulle vostre parole.
È lì, proprio lì, il seme dell’informazione e del cambiamento.
Sara Youssef
Un grazie di cuore a tutti coloro che ci hanno inviato le loro preziose riflessioni!