SCUOLA

Studenti passivi?

Non so voi ma, nella mia carriera scolastica, mi è capitato moltissime volte di sentire i professori rivolgersi a me ed alla mia classe con la tipica frase: “Qualcuno ha qualcosa da dire? Ci sono domande? Ci siete? Mi state seguendo?” E puntualmente nessuno risponde, silenzio stampa, come se ci avessero fatto le domande più difficili del mondo, mentre quello che ci stanno chiedendo è un semplice riscontro.

Con la DAD, poi, la cosa si è accentuata: molte volte mi sembra che i professori ci scongiurino ad intervenire, ci devono sempre incalzare uno ad uno perché nessuno risponde.

Durante una lezione, la mia professoressa di inglese ha usato un termine che mi è rimasto impresso: Passive students, ovvero studenti passivi, che ci sono ma non intervengono, non partecipano, sono presenti con il corpo, ma con la testa sembrano essere completamente da un’altra parte.

Semplicemente, siamo disposti a ricevere informazioni senza sviluppare un vero interesse in ciò che apprendiamo e, così facendo, ci priviamo da soli di mille opportunità che possiamo cogliere e sfruttare come lezioni di vita. Ci sarà un giorno in cui sarà chiesta l’opinione di tutti noi: e se non fossimo capaci di esternare quello che pensiamo davvero?! Solo perché non lo abbiamo mai fatto, non ci siamo mai messi in gioco. Quando succederà voglio essere pronta, voglio saper rispondere e poter dire la mia.

Ho quindi iniziato a chiedermi perché…

Perchè stiamo zitti ed annuiamo – per far andare avanti la lezione in modo che finisca il prima possibile – invece di rendere le lezioni dinamiche, un valido momento di confronto, di opportunità per suscitare in noi stessi degli interessi e delle curiosità. Così facendo non apprendiamo niente, facciamo passare le lezioni senza che ci lascino qualcosa dentro.

Non so gli altri miei coetanei come la pensano, io la vedo così: quando c’è una lezione in cui posso partecipare, sentire il parere degli altri e non stare ad ascoltare il solito monologo della professoressa o del professore, diventa tutto più interessante mi sento più arricchita come persona. Quando noi studenti siamo al timone del nostro apprendimento, sentiamo un maggiore senso di realizzazione su piccoli traguardi e siamo più disposti a impiegare tempo ed energia verso obbiettivi più impegnativi.

Il problema è che questo non succede mai, i professori chiedono un confronto e puntualmente nessuno dice mai niente, anche se qualcosa da dire magari c’è. Viene concesso un momento in cui poter scambiare le proprie opinioni che diventa un attimo di silenzio imbarazzante che nessuno spezza. Non so perchè.

Penso sia dato dal timore di esporsi, dalla paura di dire qualcosa di diverso da quello che pensano gli altri, dal terrore di mettersi in gioco, dall’ansia di sbagliare, dall’angoscia delle opinioni altrui, perché si, siamo ragazzi che commentano e giudicano tutti e tutto. Semplicemente, facile a dirlo, non dovremmo più preoccuparci di cosa la gente pensa di noi perché, purtroppo, ci sarà sempre qualcuno che giudicherà, che vorrà farci sentire fuori luogo; noi però dobbiamo dimostrare a noi stessi che le scelte che facciamo, che il decidere di esporsi ora, di parlare adesso, sarà una scelta che porterà i suoi frutti nel futuro.

La scuola è fatta per insegnarci e stando zitti non facciamo altro che peggiorare le cose; questo è il momento in cui possiamo sbagliare, correggerci ed imparare. Una volta finite le superiori, verremo scagliati nel mondo reale dove il margine d’errore è molto basso e chi non ha mai sbagliato mettendosi in gioco ora, sicuramente non lo farà poi quando le cose saranno serie.

Io dico di cogliere quest’occasione, di far sentire la nostra voce, di provare a farci capire, di smettere di annuire anche se le cose non ci vanno bene. Di far capire che ci siamo, che ognuno di noi ha un modo di pensare diverso, che ognuno ha un’opinione valida e che non deve passare inosservata.

Io dico che possiamo essere degli studenti migliori.

“Gli studenti non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere”

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1 commento

  1. Renata Girardi dice:

    Bellissimo questo pezzo, illuminante
    Di una realtà sottostimata.
    Si pone preponderante , quanto allarmante in quanto desueto, il tema irrisolto della lezione frontale.
    Decisamente superata e limitativa

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