ATTUALITA' SCUOLA

Scuola e “didattica a distanza” ai tempi della pandemia

Sofia Pepe

Siamo, nostro malgrado, una nuova generazione di studenti che a causa della pandemia ha dovuto sperimentare la modalità della “didattica a distanza”. Nel breve volgere di pochi mesi, le modalità di “fare scuola” sono cambiate: si è passati dalla “didattica in presenza” alla DAD per ritornare “in presenza” e poi di nuovo “a distanza”, adattandosi di volta in volta all’evolversi della pandemia. Tutto questo ha portato a grandi cambiamenti, nel modo di intendere e di vivere la scuola, sia da parte di noi studenti che da parte dei professori nonché di tutto il personale scolastico. Ha comportato, sicuramente, la necessità ad un rapido adattamento alla nuova situazione di tutte le componenti del mondo scolastico e ha determinato un profondo impegno da parte di tutti per poter realizzare il miglior risultato possibile. Chi rappresenta le istituzioni scolastiche ha profuso tutto il suo impegno e la sua dedizione per poter fare in modo che la DAD possa diventare non uno strumento di ripiego, determinato dalla necessità, ma una nuova opportunità per tutti. 

Volendo approfondire la questione, credo sia necessario mettere sul piatto della bilancia i vantaggi e gli svantaggi della DAD. Un punto a favore è sicuramente il fatto che permette a docenti e studenti di dedicarsi alla formazione senza la necessità di spostarsi dalla propria abitazione, risparmiando tempo ed influendo positivamente sull’ambiente e la vivibilità delle città. Inoltre, i professori che decidono di registrare la lezione, rendono possibile agli studenti di usufruire della stessa quando lo desiderano, generando molta flessibilità.

La DAD rappresenta e rappresenterà un valido strumento per consentire alla scuola di raggiungere gli obiettivi di formazione previsti per gli studenti quando si è impossibilitati ad una formazione in presenza. Appare ben chiaro a tutti, tuttavia, che in una situazione normale, al di fuori dell’emergenza sanitaria, il ricorso alla DAD comporta sicuramente molti più svantaggi rispetto alla didattica in presenza. In primo luogo, la DAD influisce negativamente sui reciproci rapporti interpersonali fra docenti-studenti e fra gli stessi studenti: vengono a mancare tutte quelle situazioni che si determinano solo in presenza e che rendono la lezione più vivace e interessante. La mancanza di contatto umano è sicuramente l’aspetto negativo più pesante, unitamente alla difficoltà (se non all’impossibilità) per i docenti di cogliere i problemi di concentrazione o di apprendimento da parte degli studenti.

Ritengo che vivere l’esperienza di stare tutti insieme in classe e condividere ogni istante con i compagni e con i nostri professori sia davvero impagabile; per cui la DAD non può essere equiparata alla “didattica in presenza” ma, ad oggi, rappresenta l’unico strumento possibile per garantire la continuità della nostra formazione.

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