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Vivere l’esperienza del MEP

La nostra scuola è fra gli istituti più attivi del bassanese in merito allo svolgimento e all’organizzazione di progetti extrascolastici e pomeridiani. Fra questi, un ruolo di primo piano ha il MEP.
Ringraziamo sin da ora gli intervistati per la loro disponibilià e cortesia.

Intervista di Andrea Dalla Palma a Sofia Pepe ed Elena Petucco della classe 5^M

R: Che cos’è il MEP e come funziona? 

Elena Petucco: “Il MEP è una simulazione dei lavori del Parlamento Europeo ed è un progetto che viene svolto nelle scuole superiori italiane ed europee. L’obbiettivo è quello di fornire agli studenti le basi per comprendere quali sono i problemi presenti in Europa e quali strumenti possono essere utilizzati per risolverli. Infatti, i ragazzi che vi partecipano vengono divisi in commissioni e lavorano per la risoluzione di un determinato problema che viene affrontato anche dal Parlamento UE nello stesso anno. Alcuni esempi possono essere: l’inquinamento delle acque, l’immigrazione o lo sviluppo tecnologico” 

R: Perché hai scelto di partecipare a questo progetto? Se ritornassi indietro lo rifaresti? 

Sofia Pepe: “Ho deciso di partecipare al MEP sin dalla prima presentazione fatta in classe da alcuni studenti che lo avevano fatto negli anni precedenti. Quando ci è stato esposto, mi è subito interessato tanto da fare ulteriori ricerche online, oltre a confrontarmi ulteriormente con chi aveva già partecipato al progetto. Se ritornassi indietro lo rifarei senza dubbio” 

Elena Petucco: “Ho scelto di partecipare a questo progetto perché conoscevo persone che vi avevano partecipato negli anni precedenti e quanto mi raccontavano mi ispirava. Inoltre ho pensato: “Perché non farlo?” Così ci ho provato e mi sono messa in gioco. Se ritornassi indietro lo rifarei mille e più volte: ho conosciuto moltissime persone del bassanese, perlopiù persone che frequentano il Da Ponte e il Remondini, ma anche persone provenienti dalle varie regioni d’Italia, avendo personalmente sostenuto anche le fasi nazionali” 

R: Alcuni punti di forza del MEP? 

Sofia Pepe: “Il suo principale punto di forza è l’ampia partecipazione ai lavori di commissione, in cui ognuno può dire la propria opinione senza paura o timore. Ai problemi europei che ci venivano proposti – come ad esempio l’inquinamento, la parità di genere, la digitalizzazione – noi dovevamo trovare delle soluzioni stilando ipotetiche proposte di legge o regolamenti. 

Un altro punto di forza non trascurabile è però la valorizzazione del dibattito democratico, che consente di condividere le proprie idee. 

Sul piano delle conoscenze ci tengo a fare presente che sono riuscita ad approfondire la struttura dell’Unione Europea e delle sue istituzioni, ma soprattutto le problematiche che ogni giorno vengono affrontate” 

Elena Petucco: “Questo progetto mi ha aiutato molto a sviluppare le competenze linguistiche, soprattutto perché ci si abitua a parlare difronte a molte persone che, seppur coetanei, ti ascoltano, in attesa di avviare un dibattito. Quindi, anche se non lo sai fare, in un modo o nell’altro, impari a parlare. 

Inoltre lavorare in commissione con altri, mi ha aiutato a trarre informazioni dalle fonti ufficiali, senza cadere nelle cosiddette fake news. 

Il MEP offre anche la possibilità di viaggiare: per le fasi nazionali siamo stati a Napoli e, per coloro che le superano, c’è anche la possibilità di viaggiare per l’Europa, arrivando anche al Parlamento UE a Bruxelles” 

R: Un giudizio su questo progetto? 

Sofia Pepe: “Il mio giudizio è assolutamente positivo. Sono riuscita ad ampliare i miei orizzonti in merito all’UE: se prima del MEP percepivo l’ Unione Europea come un qualcosa di lontano e distante, dopo questo progetto mi sono resa conto dei reali problemi che ogni giorno l’Europa affronta; ho compreso fino in fondo che questo mondo non è così lontano da noi e si possono trovare delle soluzioni efficaci ed efficienti per qualsiasi problema, lavorando insieme e duramente” 

Elena Petucco: “Il MEP è uno di quei progetti che ti entra nel cuore. Il consiglio che mi sento di dare è questo: se si ha l’occasione di intraprendere questa iniziativa, non esitate a farlo! Non ve ne pentirete. All’inizio sarà dura perché richiede molto lavoro, tanta pazienza e concentrazione, ma sessione dopo sessione, vi appassionerete!” 

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